LA DISGRAZIA
Roberto, l’osteopata con la passione per i monti
Roberto Biancon abitava ad Arluno e lavorava in una palestra di Parabiago

Quelle montagne della Val Formazza, erano la sua seconda casa. Ne conosceva ogni centimetro, Roberto Biancon, 53 anni (il 23 gennaio avrebbe festeggiato i 54), osteopata, docente e tutor clinico nato a Legnano e residente ad Arluno, morto insieme con Vanessa Gatti sotto una valanga in Val Formazza. Era un punto di riferimento alla palestra Gymnasion di Parabiago: qui Biancon praticava la sua professione e aveva un suo studio all’interno; inoltre teneva corsi di ginnastica posturale. Lascia la madre Anna e il fratello Fabio.
LE PASSIONI
Un uomo dalle sue grandi passioni, legate dal fil rouge dell’amore per lo sport, la montagna e la sua professione di osteopata. Ma era la sua cifra umana a colpire, la sua naturale empatia e il prendersi cura delle persone. Per questo chi lo conosceva rimarca quanto si sentisse sempre responsabile delle persone con cui condivideva arrampicate, trekking e ciaspolate. Ma non c’era sport che non amasse, dalla bici alle immersioni. La morte di Roberto Biancon lascia sgomento nella comunità della palestra di Parabiago, dove il clima era quello di una famiglia: tanti gli amici e molte le persone che aveva curato e sostenuto.
IL RICORDO
Un’amicizia trentennale con il titolare Moreno Ruspi, incredulo. Un legame nato quando Biancon era ancora studente dell’Isef: era stato tra i primi a studiare osteopatia per poi diventarne docente all’università di osteopatia di Saronno. Proprio dalla palestra di Parabiago lo ricordano con enorme affetto: «Roby per noi sei stato un pilastro, un riferimento, un amico, un compagno di lavoro per 15 anni e si apre un vuoto con la tua assenza che si cercherà di riempire in qualche modo ma per molti di noi sei insostituibile. Ti vogliamo bene con il tuo carattere arcigno e divertente allo stesso tempo».
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