ANCORA VANDALI
Graffiti su tutta la chiesa
Deturpate le pareti di San Giorgio: cittadini indignati

San Giorgio sfregiato, imbrattato, deturpato. Continuano i raid vandalici che stanno contrassegnando questa estate della Valceresio. E, stavolta, a essere preso di mira è uno dei simboli più amati nel paese al confine con la Svizzera.
Si tratta della chiesetta di San Giorgio, situata sull’omonimo colle nelle parte alta, sopra il parcheggio del cimitero. Qui, ogni estate viene organizzata la tradizionale festa degli Alpini mentre, quest’anno qualcun altro ha “fatto la festa” all’edificio religioso.
Ieri mattina, giovedì 6 agosto, qualcuno ha trovato i muri coperti da scritte di ogni tipo. Praticamente non è stato risparmiato nessun lato della chiesetta: delle scritte rosse e azzurre hanno rovinato un po’ tutto lo stabile.
Pochi giorni fa, a Varese, altri vandali avevano deturpato con scritte la Madonnina in Prato.
Insomma, al posto dell’arte, della cultura e dell’armonia, ora lì regnano una serie di scarabocchi orrendi.
Chi è stato? E perché? Già nei giorni scorsi, diversi cittadini avevano segnalato la presenza di un gruppo di ragazzi che, la sera e la notte, bighellonano in giro per la zona creando rumore e disturbando la quiete pubblica. Sono stati loro? Oppure qualcun altro?
Di certo i saltriesi si sono indignati e parecchio e, sui social, hanno proferito anche parole indicibili nei confronti dei responsabili. Ora chissà se le numerose telecamere presenti fra Viggiù, Saltrio e Clivio, possano restringere il campo delle indagini.
Ma soprattutto c’è da augurarsi che qualcuno, con buona volontà, cancelli le scritte e i disegni: la chiesa di San Giorgio rappresenta una delle più importanti pagine della storia di Saltrio, purtroppo poco conosciuta per la mancanza di documenti e per la scarsa conoscenza del periodo in cui fu eretta.
E, altrettanto ignote, sono le motivazioni per le quali è stata dedicata a San Giorgio. Sicuramente l’esistenza della chiesa si rileva dal documento conservato nell’archivio parrocchiale, che fa riferimento alla richiesta del “Console e degli uomini di Saltrio di elevare a parrocchia”, poi concessa nel 1517.
Essendo costruita in una zona collinare e panoramica, la sua ubicazione rimaneva alquanto distante dal centro. Si poteva, quindi, avere l’impressione che fosse destinata all’abbandono. Non fu così.
L’attaccamento dei saltriesi aveva motivazioni secolari e profonde: una testimonianza di rilievo è che sul lato sinistro vi è la cappella denominata “Della Madonna di Loreto”, sul cui frontale si trovano dipinte Maria con la Santa Casa.
I saltriesi, in gran parte scalpellini dediti al lavoro nelle cave, data la loro devozione, nel giorno dedicato alla Madonna di Loreto (il 10 dicembre), salivano ad adorare la Vergine, affinché li proteggesse dal pericoloso lavoro estrattivo. E anche i parroci che, nel corso dei secoli furono alla guida della comunità di Saltrio, non la trascurarono, assecondando tutte le iniziative per la conservazione e l’abbellimento.
© Riproduzione Riservata