VARESOTTO
Saltrio, vandalo innamorato
Scrive “Ti amo” sul tappetino dei nuovi giochi del parco inclusivo. L’ira del Comune

Probabilmente, sentendo i primi “caldi”, ha voluto esprimere la passione per l’amata scrivendo “Ti amo” su quella che pensava fosse sabbia, come se si trovasse in riva al mare. Invece si trattava di materiale di posa del tappetino del nuovo parco inclusivo di Saltrio.
Risultato: il cantiere di via Canova è stato parzialmente rovinato e chi ci sta lavorando dovrà metterci mano per riparare il danno.
«L’ennesimo atto vandalico», come lo descrivono dal Comune, ha mandato su tutte le furie l’amministrazione. Anche perché, come spiegano dal municipio, non si è fatto nemmeno in tempo a «finire la posa del tappetino ed ecco che i soliti vandali si sono fiondati a lasciare il segno del loro passaggio. Esattamente come gli imbrattatori dei monumenti. È desolante». «Siamo prossimi all’inaugurazione del parco inclusivo, ma già bisogna correre ai ripari. E comunque, tanta mancanza di civiltà, non è giustificabile per una dedica d’amore» aggiungono dal municipio.
Chissà, a questo punto, se le telecamere della zona avranno visto qualcosa. Oppure se il colpevole si cospargerà il capo di cenere e andrà a chiedere perdono, rimediando in qualche modo al danno.
Il fenomeno degli innamorati-imbrattatori non è certo nuovo e, nel Varesotto, ha raggiunto l’apice quando una persona colorò addirittura di rosso fuoco una roccia sul versante montano del Poncione, tra Valganna e Valceresio.
Venendo agli atti vandalici “puri”, Saltrio ne è purtroppo stata vittima in diversi casi. Il più eclatante è stato l’imbrattamento della chiesa di San Giorgio, uno dei luoghi più cari ai saltriesi. Approfittando di una zona isolata, qualcuno devastò i muri dell’edificio sacro con scritte di ogni tipo: in buona sostanza, non venne risparmiato nessun lato della chiesetta e le scritte rosse e azzurre rovinarono un po’ tutto lo stabile, con scarabocchi orrendi che, poi, furono ripuliti da alcuni volontari.
Successivamente toccò ai parchi. In particolare furono imbrattati i giochi installati nell’area verde di via Bellini, nei pressi del cosiddetto “grattacielo”: qualcuno rovinò con delle scritte le casette e gli scivoli dove i bambini vanno ad arrampicarsi, a nascondersi, a divertirsi. Mentre nel paese accanto, a Viggiù, alcuni ragazzini rovinarono addirittura le pareti di Villa Borromeo, una delle dimore più eleganti dell’alto Varesotto. In quel caso, però, gli autori furono scoperti e costretti a sistemare tutto. E a Saltrio, come finirà?
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