LA SCOPERTA
Saltriovenator, dinosauro da record
È il più antico carnivoro di grandi dimensioni scoperto al mondo l’esemplare trovato nel 1996 in una cava di Saltrio

Denti aguzzi come pugnali e zampe artigliate forti come l’acciaio: è italiano, anzi made in Varese, il più antico dinosauro carnivoro di grandi dimensioni scoperto al mondo.
È stato battezzato Saltriovenator Zanellai ed è un giovane ceratosauro vissuto 200 milioni di anni fa nell’attuale provincia di Varese, in territorio di Saltrio. Lungo quasi otto metri e pesante una tonnellata, era una macchina da guerra. L’identikit è stato svelato a Palazzo Reale dai paleontologi Cristiano Dal Sasso, Simone Maganuco e Andrea Cau.
Primo dinosauro italiano del Giurassico e unico dinosauro lombardo, Saltriovenator rappresenta una nuova specie che retrodata di 25 milioni di anni la comparsa dei grandi dinosauri predatori.
Questo cacciatore d’agguato ad andatura bipede viveva tra le spiagge tropicali e le foreste lussureggianti che ricoprivano l’attuale Lombardia occidentale. Il suo identikit, pubblicato sulla rivista PeerJ, rivela un giovane esemplare di dimensioni impressionanti per l’epoca, con un cranio di 80 centimetri armato di denti aguzzi e arti anteriori con quattro dita, di cui tre possenti e artigliate. La loro anatomia suggerisce che le ali degli uccelli derivino dalla fusione delle prime tre dita dei dinosauri teropodi.
«Sebbene frammentario, lo scheletro mostra un mosaico di caratteri anatomici ancestrali e derivati», afferma il paleontologo del Museo di Storia Naturale Cristiano Dal Sasso, che per riuscire a identificare le ossa più frammentarie è andato in California e a Washington per ritrovarne la posizione precisa su scheletri più completi.
«Non tutti i frammenti combaciano, ma molti sono adiacenti e ci permettono di ricostruire la forma di intere ossa. Per completare il puzzle abbiamo usato anche una stampante 3D».
I resti di Saltriovenator rappresentano le prime ossa di dinosauro su cui sono state trovati morsi e rosicchiature di pesci e invertebrati marini, segno che la carcassa rimase sul fondo marino per mesi o anni prima di fossilizzare. Il ritrovamento è avvenuto nel 1996 a Saltrio, in una cava nota per aver fornito blocchi di pietra per il Teatro alla Scala, la Galleria Vittorio Emanuele e il Palazzo Reale di Milano, nonché parte della Mole Antonelliana e la Cappella Colleoni di Bergamo.
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