IL DIBATTITO
Saluto romano. I Dodici Raggi: «È un nostro diritto»
Alessandro Limido, presidente dei Do.Ra., richiama la sentenza varesina sui fatti al San Martino mentre a Vicenza è in corso un altro processo

La manifestazione dei Dodici Raggi (DoRa.), gruppo di estrema destra, al San Martino, nel comune di Duno, luogo della battaglia tra i partigiani e l’esercito nazista tra il 13 e il 15 novembre 1943, aveva scatenato nuove polemiche. Ci sono state prese di posizione dure contro i Do.Ra. e anche un’interrogazione parlamentare, firmata dal senatore di Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni, che chiede al Governo lo scioglimento dei Dodici Raggi e la confisca dei loro beni.
«SAN MARTINO, C’È UNA SENTENZA»
Alessandro Limido, presidente della Comunità dei Do.Ra., interviene in questo aspro dibattito. «La giustizia, quella dei Tribunali ha dato pienamente ragione al mio gruppo, dichiarando il non luogo a procedere poiché i reati contestati non sussistono». Questa la premessa. «Mi è stato restituito persino il materiale sequestrato per la commemorazione ai caduti Nazionalsocialisti» aggiunge Limido,
E quindi la polemica: «Le istituzioni tutte, premiando l’operato dei Carabinieri, hanno commesso quindi un atto di menefreghismo (per non dire fuorilegge) nei confronti di una sentenza».
IL PROCESSO A VICENZA
Perché la questione è tornata d’attualità? Perché al Tribunale di Vicenza è in corso il processo, a carico di 12 persone, per i saluti romani durante la commemorazione dell’eccidio di Schio del 2022.
L’accusa è di aver violato l’articolo 5 della legge Scelba. L’udienza è stata rinviata in attesa di un pronunciamento della Cassazione, atteso per la prossima settimana. Limido, nell’occasione, fori dal Tribunale ha rivendicato «il diritto alla nostra volontà di fare i saluti romani dove, come e quando vogliamo, fuori da un Tribunale, nelle sedi opportune o alla commemorazioni per i morti».
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