L’ANALISI
Samarate, caro bolletta: «Peggio della pandemia»
La denuncia del ristoratore: «Così non possiamo resistere a lungo»
Quando è arrivata la bolletta dell’energia elettrica di quasi 12mila euro, Luca Catania, titolare del locale Luxale, ha avuto un tracollo. Una fattura salatissima e fuori dalla norma. Da 25 anni nel settore della ristorazione, famiglia di ristoratori conosciuti con quattro locali tra Samarate, Cassano Magnago, Castano Primo e Turbigo, per un totale di settanta dipendenti, ora il titolare è pronto a salire sulle barricate.
E denuncia: «Non si può stare in silenzio. Non mostro la fattura per farmi compatire ma per condividere un problema che non è solo mio ma di tutti. È dei miei dipendenti ed è dei miei clienti», afferma continuando a lavorare. «Quando l’energia arriva a prezzi insostenibili qualcuno dovrà pure dire qualcosa - continua - Pagavamo una media di 3.800 euro di corrente al mese, su quattro locali 12mila euro al mese. Mentre quest’anno mi trovo a pagare quasi 50mila euro di bollette». Il professionista della ristorazione rimarca: «La situazione elettricità sta andando fuori controllo. Per questo anche pubblichiamo la bolletta, come molte altre aziende in Italia».
UN AUMENTO SENZA FINE
Traccia poi l’escalation degli aumenti: «Siamo passati dallo scorso novembre 2021 da 3.800 euro di corrente a 8.500 euro per arrivare a questo mese a 11.886,80 euro». Il grande interrogativo è legato a come dovrebbero comportarsi i ristoratori: «Ora la nostra domanda è questa: caro Stato come dobbiamo comportarci? Quanto andrebbe fatta pagare ad oggi una pizza margherita con i costi fissi che abbiamo? Perché aumentano i costi della merce e della materia prima, aumentano i costi di luce e gas, aumentano bonus a favore dei dipendenti che vanno anticipati da noi imprenditori, e aumentano le ore di lavoro per noi titolari, in quanto, grazie al reddito di cittadinanza non si trova personale. Ma se aumentiamo il listino, perdiamo la clientela».
Luca Catania inoltre vorrebbe tutelare il cliente finale e condividere il problema che si trova ad affrontare. «Questa Italia, ci rende davvero impossibile lavorare- afferma - Il mio è uno sfogo perché se non si farà nulla nelle prossime settimane, l’unica alternativa potrebbe essere chiudere. Ma è ovvio che nessuno vorrebbe essere costretto a prendere una decisione simile». Inoltre il titolare del Luxale rimarca: «Si pensava che la pandemia fosse il peggio, ma forse il peggio deve ancora arrivare. È solo stato l’inizio della tragedia perché siamo di fronte a un susseguirsi di difficoltà che non hanno una data di fine».
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