L’INTERROGATORIO
Samarate, Maja ha chiesto del figlio
Il 57enne ha ricostruito la notte della strage: «Non so spiegare il mio gesto»

Alessandro Maja, il 57enne arrestato per avere ucciso la moglie Stefania e la figlia Giulia, oltre ad avere ferito gravemente il figlio Nicolò, è stato sentito dal gip Piera Bossi nel reparto di Psichiatria dell’ospedale di Monza dove è ricoverato durante il suo interrogatorio di garanzia che si è svolto oggi, venerdì 13 maggio.
L’INTERROGATORIO
Maja ha ammesso le sue responsabilità e spiegato il brutale omicidio della moglie e della figlia con «l’ossessione per i debiti», e «Ha risposto sofferente alle domande, con un forte disagio che ha portato a una breve interruzione delle domande» ha confermato il suo legale Enrico Milani.
«Quella sera ha spiegato di avere cenato con la famiglia come sempre, e di avere lavato i piatti». Poi i ragazzi sono saliti «Nelle loro stanze - ha continuato Milani - la moglie si è messa a dormire sul divano e lui ha continuato a passeggiare per casa senza smettere di pensare al peso dei debiti che viveva come insopportabili».
IL RACCONTO DELLA STRAGE
Poi, le aggressioni, che «Non sa spiegare. Non sa dire perchè abbia agito così».
Maja ha confermato che tra le 4 e le 5 del mattino ha «colpito prima la moglie, poi la figlia e infine il figlio con un martello - ha aggiunto l'avvocato - e di aver usato il trapano su di sè per uccidersi» senza sedare nessuno prima di agire.
«Mi sentivo un fallito, responsabile di non poter garantire lo stesso tenore di vita alla famiglia in futuro, non so perchè ho agito così» ha detto al giudice.
I difensori di Maja - gli avvocati Enrico Milani e Sabrina Lamera - hanno già preannunciato la richiesta di una perizia psichiatrica.
© Riproduzione Riservata