CASSAZIONE
Sette ergastoli per il delitto Novella
Condannati in via definitiva dagli Ermellini anche Christian Silvagna

“Piovono” ergastoli (ben sette) sugli imputati coinvolti nell’operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano “Bagliore” con al centro gli omicidi di ‘ndrangheta di Carmelo Novella (freddato il 14 luglio 2008 a San Vittore Olona), Rocco Stagno (ucciso in una porcilaia il 29 marzo 2009 a Bernate Ticino) e Antonio Tedesco (ammazzato il 27 aprile 2009 in una masseria di Bregnano, in provincia di Como).
A decretarli, al secondo passaggio in Cassazione, i giudici della Suprema Corte. Uno dei sette ergastoli è toccato a Christian Silvagna, 47 anni di Bollate, l’ultimo imputato non ancora definitivo coinvolto nell’esecuzione di Novella, 59enne mammasantissima originario di Guardavalle, in provincia di Catanzaro, capo delle cosche lombarde, la cui colpa sarebbe stata quella di “emanciparsi” dalla casa madre calabrese.
Nonostante la Procura Generale della Cassazione avesse concluso per il proscioglimento di Silvagna, gli Ermellini hanno invece optato per la conferma della condanna all’ergastolo decretata lo scorso anno dalla Corte d’Assise d’Appello di Milano, dopo che in precedenza, al primo passaggio, la stessa Cassazione aveva annullato il “fine pena mai” a suo carico.
Sotto processo per concorso in associazione mafiosa e omicidio volontario, stando al teorema accusatorio alla base della storica operazione antimafia, Silvagna avrebbe prima consegnato e poi contribuito a far sparire armi, caschi e targa della moto utilizzata nell’omicidio di San Vittore Olona.
Di più, se non fosse stato vittima di un incidente stradale, sarebbe stato lui e non Antonino Belnome ad accompagnare in moto il killer Michael Panaija.
Il difensore dell’imputato, l’avvocato Daniela Figini, ha sottolineato fino all’ultimo le contraddizioni tra le dichiarazioni dei due killer, in seguito divenuti collaboratori di giustizia (Antonino Belnome lo ha accusato, mentre Michael Panaija ha dichiarato di non averne mai sentito parlare, né conosciuto) e offerto una ricostruzione alternativa del giorno del delitto, a suo dire trascorso da Silvagna, all’epoca tossicodipendente, alla ricerca di uno spacciatore presso il quale era solito rifornirsi.
Ancora: per la Cassazione l’ergastolo resta la giusta pena anche per cinque degli imputati coinvolti nell’esecuzione di Rocco Stagno, il 51enne di Monterosso Calabro, vicino a Carmelo Novella, ucciso nel marzo 2009 nel cascinale di Bernate Ticino e poi dato in pasto ai maiali, perché ritenuto coinvolto nella morte di un altro personaggio delle cosche calabro-lombarde, Rocco Cristello, di origini di Vibo Valentia, avvenuta a Verano Brianza a marzo del 2008.
Tra loro figura anche Leonardo Prestia, 49 anni: all’epoca, gestiva a Bernate un’attività di allevamento di ovini (in realtà, un macello abusivo) dove si sarebbe consumato l’omicidio.
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