SERATA DA PAURA
Sangue sotto i portici
Ennesima lite fra stranieri in stazione. Ferito un uomo. Parla una testimone

Ci sono ancora le macchie di sangue rappreso sul pavimento dei portici della stazione, davanti al negozio etnico, verso via Borghi. Nessuno l’ha ancora lavato dopo la lite della sera prima, mercoledì 17 luglio, tra stranieri. L’ennesima.
Un episodio che riaccende l’allarme sicurezza. Rivivere quei momenti nelle parole di una testimone fa venire i brividi.
«Chiamate i soccorsi»
«Saranno state le 21.15 - spiega la donna che lavora in un negozio di piazza Giovanni XXIII ma preferisce mantenere anonima l’identità - quando ho chiuso e stavo andando verso la Banca Intesa per il versamento. A un certo punto ho sentito spaccare una bottiglia, ma non ci ho fatto tanto caso: qui tutti i giorni succedono queste cose».
Ma stavolta non si trattava della semplice rottura del vetro. «Sono tornata a prendere una cosa che avevo dimenticato in negozio e mi ha avvicinato un signore che avrà avuto oltre trent’anni, tutto sanguinante. Mi diceva: “Aiuto, aiutatemi, chiamate i soccorsi”. Io mi sono spaventata. Dal modo in cui parlava mi sembrava albanese o rumeno. Mio padre ha subito contattato polizia e carabinieri».
Ferita dietro l’orecchio
L’uomo si è seduto sul marciapiede, poco dopo è arrivata l’ambulanza.
«Perdeva sangue da una ferita dietro l’orecchio, dalla testa. Non ha raccontato niente di quello che era successo perché non mi sembrava in grado di parlare. Continuava solo a ripetere di aiutarlo». Non è, purtroppo, la prima volta che succedono cose del genere nella zona dello scalo ferroviario, anche se stavolta, ammette la donna, «è stata più grave del solito».
Si mettono a bere
«Qui davanti alla stazione - racconta la testimone - non c’è mai tregua. Succede spesso che queste persone litighino, si picchino, buttino bottiglie in giro, spacchino di tutto. Non è facile lavorare qui. È una zona pericolosa. Di giorno è tutto apparentemente tranquillo. Di sera c’è sempre il rischio che succeda qualcosa. Magari uno sta camminando tranquillo ma non sa quello che può accadere».
L’ambiente è sempre lo stesso. La piazza appare già di giorno spoglia e desolata. Abitata da mendicanti, da nomadi che si buttano per terra a riposare o da extracomunitari che iniziano a radunarsi nel tardo pomeriggio.
«Di solito - spiega la donna - si mettono in gruppo a bere, a fumare e a drogarsi. Stanno verso l’angolo del semaforo di via Borghi o davanti alla stazione».
C’è chi dice che facciano rifornimento di alcolici durante la giornata nel negozio sotto i portici, poi li mettono in un sacchetto e cominciano a bere fino a riempirsi alle prime luci della sera.
Nessun futuro
I controlli ci sono, ma forse andrebbero potenziati. La polizia locale, secondo quanto affermano i commercianti, ha ridotto la sua presenza rispetto a qualche mese fa. In ogni caso a una certa ora non sono previsti servizi dei vigili urbani in quella zona.
La polizia di Stato e i carabinieri fanno quello che possono con il personale che hanno a disposizione. Ma, certo, non può essere garantito un pattugliamento 24 ore su 24.
Servirebbe il rinnovo completo della piazza ma il piano Tigros (insediamento nell’ex Tonetti con contestuale riqualificazione dell’area stazione) è naufragato dopo l’indagine che ha portato agli arresti di un paio di mesi fa e tutto è bloccato. Non si vede un futuro, per ora, per piazza Giovanni XXIII.
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