SANITÀ SENZA CONFINI
Sanità lombarda: “assalto” da fuori regione
Sono 180.000 all’anno i pazienti-pendolari, 7.264 i ricoverati oncologici. Monti: «Porte aperte ma venga riconosciuto il valore nazionale»
Il cosiddetto turismo sanitario, definizione antipatica ma ormai sdoganata anche nel lessico dei camici bianchi, premia la Lombardia che si conferma d’eccellenza soprattutto nelle cure e negli interventi altamente specialistici.
I DATI DELLA MOBILITÀ SANITARIA
Gli ultimi dati sulla sanità interregionale parlano di circa 180.000 prestazioni all’anno che vengono eseguite su pazienti in arrivo da fuori Lombardia. E in particolare, 7.264 ricoveri oncologici a fronte di 33.940 ricoverati residenti in Lombardia. Questo dato emerge da un’indagine condotta da Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali). Il pendolarismo sanitario esiste ancora «e anzi è cresciuto negli ultimi anni» commenta il varesino Emanuele Monti, già presidente della Commissione Sanità al Pirellone, di recente rieletto consigliere regionale.
LOMBARDIA IN CREDITO
La Lombardia è a credito verso le altre regioni per prestazioni effettuate e relativi costi da farsi rimborsare. Il saldo annuale positivo è di circa 600 milioni di euro. «Che vengono trasferiti dalle altre regioni ma spesso tardivamente, come ha evidenziato la Corte dei Conti» spiega Monti.
«PORTE APERTE MA... »
«La sanità lombarda è di grande eccellenza - aggiunge Monti - e lo dicono i numeri. Lo possiamo ribadire oggi senza il sospetto che sia un tema tirato fuori in campagna elettorale». «Siamo felici di questa mobilità sanitaria, porte aperte nelle nostre strutture, ma ci sono alcune considerazioni da fare» precisa il consigliere regionale varesino. «Non è una questione economica, le spese per pazienti da fuori regione vengono, come abbiamo detto, rimborsate, anche se in tempi lunghi. Il problema è che la cura e l’assistenza da fornire a quasi 200.000 pazienti non lombardi si aggiungono all’attività per i cittadini lombardi, pesando così sulle liste d’attesa e sul funzionamento generale della nostra sanità».
«RICONOSCERE IL VALORE NAZIONALE»
Monti cita, tra le eccellenze, l’Audiovestibologia di Varese che «grazie al fatto di essere un punto di riferimento nazionale, ha il 60% di pazienti che arrivano da fuori regione». «Ma eccellenze così sono tante». «Noi sosteniamo che tali eccellenze debbano essere riconosciute come valore non solo lombardo e di conseguenze vi siano investimenti specifici da parte del Governo nazionale. Se c’è da acquistare un macchinario innovativo, e penso ad esempio alla robotica, non si può pensare che la spesa gravi tutta sulla Regione».
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