LA PROPOSTA
Sanità lombarda, il Pd dice no al binomio pubblico-privato
Al via la raccolta firme per una legge di iniziativa popolare. Astuti: «Riorganizzare i servizi sanitari sul territorio»
No all’equivalenza tra sanità pubblica e privata. È la proposta avanzata dal gruppo regionale lombardo del Partito Democratico per modificare la sanità regionale. Tra i proponenti anche il consigliere regionale malnatese, Samuele Astuti.
L’annuncio di un progetto di legge di iniziativa popolare è arrivato oggi, venerdì 23 febbraio, durante la prima conferenza regionale sulla sanità, dal titolo “La Salute è un diritto”, in programma fino a domani al Palazzo Pirelli di Milano.
I CONTENUTI DELLA PROPOSTA DI LEGGE
Nelle volontà del progetto di legge, composto da due articoli, c’è la modifica della legge regionale numero 33 del 2009, già modificata dalle riforme Maroni nel 2015 e Fontana-Moratti nel 2021.
«L’intento - scrive il Pd lombardo in una nota - è quello di riscriverne i principi, togliendo l’equivalenza tra sanità pubblica e sanità privata e obbligando la Regione a fare programmazione e a governare l’offerta fornita dagli operatori privati, indirizzandoli verso le prestazioni maggiormente necessarie».
Quattro i principi che verrebbero introdotti: universalità del servizio, centralità della prevenzione, priorità dei servizi territoriali, governo pubblico degli erogatori. La modifica dei principi, se approvata, porterebbe con sé la necessità di modificare di conseguenza tutto il resto della legge.
Come previsto per le leggi di iniziativa popolare dovranno essere raccolte le firme per presentare la proposta al Consiglio regionale che avrà l’obbligo di esprimersi entro nove mesi.
MAJORINO: «FERMARE LA PRIVATIZZAZIONE STRISCIANTE»
«Credo che a un anno dalle elezioni regionali possiamo dire che Fontana e Bertolaso sono bocciati su tutta la linea perché la sanità oggi è da ricostruire - attacca il capogruppo del Pd in Regione, Pierfrancesco Majorino -. E in questi mesi abbiamo avuto solo chiacchiere, nessun tipo di atto vero, effettivo, profondo, di rilancio e ripensamento del servizio sanitario regionale, della sanità pubblica».
«Per questo presentiamo una legge di iniziativa popolare che mira a modificare i principi di fondo attraverso i quali si determinano le scelte in sanità a livello regionale, a partire dal tema dell'equivalenza tra pubblico e privato, tema per noi fondamentale, perché dobbiamo evitare che l'equivalenza voglia dire, praticamente, la privatizzazione strisciante. Per questo diciamo che occorre cancellare il termine equivalenza e sostituirlo con integrazione».
ASTUTI: «RIORGANIZZARE I SERVIZI TERRITORIALI
«Un primo obiettivo - aggiunge il consigliere regionale Samuele Astuti - è costruire il centro unico di prenotazione per la gestione delle liste d'attesa entro dodici mesi e non entro tre anni come pensano di fare Fontana e Bertolaso, mettendo un vincolo: il privato che non sta nel Centro unico di prenotazioni non riceve risorse pubbliche a nessun livello. Un vincolo sancito per legge e non solo a parole, perché di quelle ne abbiamo sentite già abbastanza.
«La nostra legge di iniziativa popolare, inoltre, mira a riorganizzare la dimensione territoriale dei servizi, perché non abbiamo la possibilità di promuovere buone ed efficaci politiche riguardanti la salute se non irrobustiamo una rete territoriale che va molto oltre gli ospedali. È una sfida che lanciamo a chi governa la Regione a essere coraggiosi e a cambiare ciò che palesemente non funziona».
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