AREA FRASCHINI
«Compro Isotta in dono alla città»
Il manager Giuseppe Gorla investe per evitare speculazioni edilizie

Svelato il mistero, a comprare l’ex Isotta Fraschini è stato Giuseppe Gorla. Nome che alla maggior parte dei saronnesi in verità dice poco o niente. Eppure, oltre che a disporre evidentemente di consistenti risorse finanziarie personali, Gorla è un manager molto conosciuto in ambito italiano e anche internazionale, in particolare per la sua attività nel corso degli anni scorsi con Accenture, la multinazionale statunitense divenuta la più grande al mondo per quanto concerne le consulenze aziendali.
È per conto di Gorla che l’avvocato Angelo Proserpio ha contattato nelle scorse settimane il curatore fallimentare dell’immobiliare proprietaria dell’enorme area dismessa saronnese, facendogli una offerta che è stata accettata. Adesso si attende solo il completamento dell’iter burocratico ed il definitivo sì del tribunale per giungere all’effettivo passaggio di proprietà, anche dal punto di vista formale; poi si potrà entrare nel vivo della riprogettazione.
Gorla è da qualche tempo in pensione, ha comprato l’ex Isotta Fraschini (la somma non è nota, ma si dovrebbe trattare di oltre 2 milioni di euro) per farne dono alla sua città e per scongiurare il rischio di una «colata di cemento».
Il suo avvocato, senza svelare il nominativo del manager, aveva già chiarito nei giorni scorsi come per il suo cliente si trattasse di un «investimento a fondo perduto» e che è stato fatto «per salvare l’area dall’ennesima speculazione».
Non diventerà solo un parco, come lo stesso Proserpio ha già chiarito, ma oltre al verde dovranno trovarvi collocazione strutture e realtà che possano rivelarsi significative per lo sviluppo futuro di Saronno, anche se per il momento non sono state prese decisioni definitive.
Intanto anche Obiettivo Isotta, il gruppo di cittadini che ha seguito negli ultimi anni le sorti dell’area dismessa, attende di avviare un confronto con l’acquirente: «Ovviamente ci sono molti dettagli di questa operazione ancora da chiarire, ma possiamo dire che il pericolo di una nuova speculazione edilizia appaia scongiurato. C’era una certa preoccupazione da parte di tutti noi, per il pericolo che questa area cruciale per il destino della città facesse la fine che fanno spesso le aree dismesse, ovvero divenire sede di operazioni immobiliari con un po’ di residenza, un po’ di commerciale, un po’ di verde ma senza uno sguardo di prospettiva sulla città, ricucitura del tessuto urbano compresa, e sul suo futuro nel prossimo secolo». In questo caso non andrà così anche se i contenuti sono ancora da stabilire.
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