LA CRISI
Parma Casseforti fallita: 35 a casa
I sindacati speravano nella ripresa a settembre ma la sentenza del Tribunale di Monza è di segno opposto

La notizia è rimbalzata da Monza a Saronno: nei giorni scorsi il Tribunale della città brianzola ha pubblicato la sentenza di fallimento della “Parma Casseforti“, per un secolo e mezzo una delle eccellenze dell’industria saronnese, e nota in tutto il mondo.
La pubblicazione della sentenza è stata effettuata lo scorso 21 agosto, a Monza per via dell’attuale sede operativa dell’azienda che è appunto in territorio solarese; mentre quella legale è ancora formalmente a Saronno.
In realtà l’azienda era chiusa da inizio agosto ed i 35 residui dipendenti (una volta erano centinaia) erano stati posti in cassa integrazione straordinaria per la cessazione dell’attività.
Intanto il Tribunale ha fissato al prossimo 17 dicembre un ulteriore appuntamento, per la “composizione dello stato passivo”: in pratica, i creditori dovranno presentarsi in Tribunale e avanzare le loro richieste.
Per farlo, hanno tempo fino a un mese prima dell’udienza per contattare il curatore che sarà indicato dal giudice.
A seguire la vicenda il sindacalista Valentino Ceriani della Fim Cisl.
«Si sapeva delle difficoltà della società - afferma -. Quello della “Parma” è stato un lungo declino. Era previsto un lungo periodo di chiusura estivo ma si sperava di riuscire a proseguire».
Ora la speranza è che dopo l’estate si trovi qualcuno disposto a far ripartire, sotto altra forma societaria, l’attività della Parma recuperando almeno parte degli addetti, quasi tutti tecnici specializzati. La circostanza non impossibile, considerando che comunque qualche ordinativo a cui fare fronte ancora ci sarebbe.
D’altra parte questa è anche la speranza del Tribunale, che così riuscirebbe a salvare il salvabile tutelando al tempo stesso i creditori con un affitto o con la cessione del ramo d’azienda.
La storia della “Parma Antonio & figli” si chiude dunque dopo quasi centocinquanta anni: la fondazione da parte dell’allora appena sedicenne Antonio Parma era avvenuta nel 1870 e per tanto tempo era stata una storia di grande successo, per molto tempo la fabbrica aveva occupato una vasta area fra via Marconi e via Piave, lo stabilimento abbandonato era poi diventato rifugio di disperati e balordi ed era stato infine demolito.
L’azienda dal 2010 si era trasferita in un nuovo plesso, più moderno, situato a pochi metri dal confine saronnese ma in territorio di Solaro, lungo la Saronno-Monza.
Le casseforti della Parma, oltre che a uso privato (negli Anni Settanta avevano ottenuto grande successo la cassaforte Parmula e l’armadio blindato Parmadio, dei quali erano state venduti più di 15mila esemplari), sono strutture spesso imponenti, a protezione dei caveau degli istituto di credito.
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