TENSIONE
Ragazzo ubriaco, caos in ospedale
Minorenne solo in Italia dà in escandescenze, arrivano i carabinieri e l’affidano a una Comunità
Un ragazzino nordafricano si è presentato al pronto soccorso dell’ospedale e, all’apparenza ubriaco, ha iniziato a dare in escandescenze, disturbando e spaventando il personale e anche i pazienti in attesa di essere visitati.
Per riportare la calma è stato necessario l’intervento dei carabinieri, che lo hanno preso in consegna e che nelle scorse ore l’hanno affidato a una comunità per ragazzi, in attesa che venga rimpatriato o che si trovi in Italia qualche parente a cui affidarlo.
Il giovane, 17 anni, risulta infatti nel Paese senza familiari, senza occupazione e senza fissa dimora.
IL FATTO
Il giovane si è presentato attorno alle 23 di mercoledì al pronto soccorso ospedaliero di piazza Borella senza che nessuno capisse quali fossero le sue reali intenzioni. Di certo appariva ubriaco e ha iniziato a litigare con il personale in servizio, infastidendo tutti. Considerando anche i precedenti avvenuti nel reparto, dove era già capitato che medici e infermieri fossero aggrediti, è stato chiesto l’intervento delle forze dell’ordine. I militari sono arrivati subito e hanno fermato il giovane, quindi l’hanno portato in caserma per il fotosegnalamento e le procedure di identificazione. Alla fine il personale ospedaliero ha deciso di soprassedere su eventuali denunce e quindi la vicenda non avrà strascichi legali. L’extracomunitario, che nel frattempo ha smaltito la sbornia, ieri è stato affidato agli educatori di un centro di accoglienza per minori mentre l’ufficio stranieri della questura ha avviato accertamenti per valutare se rimandarlo in Patria seguendo la procedura di espulsione, oppure affidarlo a eventuali parenti residenti in Italia, nel caso vengano rintracciati.
IL PROBLEMA SICUREZZA
Nuovo episodio movimentato, dunque, al pronto soccorso dell’ospedale, dove di sicurezza si è già discusso molte volte, a seguito di aggressioni, verbali e anche fisiche, al personale in servizio. Problematica sollevata anche dai sindacati ospedalieri, con la direzione che ha realizzato un progetto per migliorare il “filtro” in ingresso tramite percorsi meglio definiti per chi vi si rivolge; e incrementare la sorveglianza pure con telecamere a circuito chiuso, anche a scopo deterrente nei confronti di eventuali malintenzionati. Altra questione da tempo oggetto di dibattito, è quella di rivedere la zona della portineria dell’ospedale, per creare percorsi distinti fra chi va nei reparti e chi si rivolge ai laboratori d’analisi.
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