OMICIDIO-SUICIDIO
Saronno sotto choc dopo la tragedia familiare
Stefano Rotondi ha ucciso la madre e poi si è tolto la vita. Amici increduli: «Era un uomo tranquillo»

«Dopo aver appreso quel che è capitato, non riuscivamo a credere che si trattasse proprio di lui». Quello di Stefano Rotondi era infatti un volto conosciuto e familiare per i saronnesi che frequentano il centro città, diversi dei quali si ritrovano per la colazione e l’aperitivo nel bar di piazza La Malfa.
INCREDULITA’
Uno dei ritrovi frequentati abitualmente anche dal cinquantaquattrenne saronnese che l’altro ieri, lunedì 8 gennaio, ha ucciso la madre Teresa Sartori, 81 anni, con la quale viveva da tempo in un appartamento in una palazzina in via Fratelli Cervi, nel quartiere Matteotti; l’uomo si è poi tolto la vita impiccandosi. Una tragedia che ha lasciato increduli e senza parole i conoscenti e gli amici, i quali in queste ore si sono subito inviati diversi messaggi, o hanno avuto comunque modo di sentirsi, per cercare di capire se era proprio la persona con cui capitava di scambiare quattro chiacchiere o un saluto ad essere rimasta coinvolta in una tragedia famigliare. PERSONA TRANQUILLA
«Era una persona molto tranquilla, anche un po’ timida, che passava spesso dal bar - raccontano alcuni conoscenti – Sempre elegante e ben vestito, non sembrava proprio avere insomma alcun particolare problema economico, né aveva avuto mai comportamenti aggressivi con nessuno». Da quel che risulta, Rotondi non coltivava grandi passioni, calcistiche o altro, né aveva interessi particolari; di professione operaio, lavorava su diversi turni e nei momenti liberi, passava appunto abitualmente nel centro storico della città, dove arrivava spesso in sella alla sua moto Bmw. Erano un paio dei settimane circa che però non si faceva vedere, a qualcuno aveva accennato dei problemi di salute della madre, che in qualche occasione era a propria volta andata al bar a fare colazione con un’amica.
«GENTILE E SENSIBILE»
Nulla sembrava però far presagire la tragedia che in queste ore ha sconvolto tutta la città. «Io lo ricorderò sempre come una persona intelligente, gentile e sensibile, tanto che si fa veramente fatica a credere che abbia potuto compiere un gesto di questa drammaticità – aggiunge infine ancora un altro amico – era anche un gran lavoratore: con il passare del tempo forse aveva finito per diventare un po’ solitario e introverso. Una condizione che, in particolare negli ultimi tempi, aveva però probabilmente iniziato ad andargli in qualche modo sempre più stretta, a cui pare si fossero pure aggiunti, di recente, i problemi di salute della madre».
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