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Frane, sbalzi e rischi: la montagna si muove
Gli smottamenti di Macugnaga e i numeri di Legambiente: il territorio è sempre più fragile

Le frane sul Monte Rosa – l’ultimo smottamento domenica notte – ripropongono il tema del dissesto idrogeologico. «L’Italia - non usa mezzi termini Legambiente - è un gigante dai piedi d’argilla sempre più soggetto ad alluvioni e piogge intense».
I NUMERI
In 14 anni di monitoraggio registrati dall’Osservatorio Città Clima di Legambiente ci sono stati 684 allagamenti e 86 frane da piogge intense, 166 le esondazioni fluviali. Numeri che fanno rabbrividire e che impongono un cambio di paradigma, per abbracciare una visione sempre più ampia di conoscenza, pianificazione e controllo del territorio. Che si declini in interventi che devono necessariamente essere volti a contrastare il dissesto idrogeologico. E che traguardino convintamente verso azioni di prevenzione; anche se, davanti ad una frana improvvisa, ci si sente spesso inermi.
OSSERVATA SPECIALE
E se a Macugnaga (paese già duramente colpito da un’alluvione alla fine dello scorso mese di giugno) l’area della Punta Tre Amici dove si sono verificati gli smottamenti continua ad essere osservata speciale, oltre che off limits, con il sindaco Alessandro Bonacci che ha emesso un’ordinanza che vieta di avvicinarsi, (praticando quindi escursionismo, alpinismo e scialpinismo) alla zona interessata dal movimento franoso, sempre in Ossola – in Valle Formazza – è stato chiuso il sentiero tra il lago dei Sabbioni e il Piano dei Camosci, sotto il rifugio Città di Busto, dopo che nel settembre del 2023 una frana ha travolto mortalmente due escursionisti novaresi.
ACCORTEZZA E PRUDENZA
Si diceva le frane, ma anche le valanghe: fenomeni che impongono una frequentazione della montagna sempre più accorta e responsabile, per limitare al minimo i rischi. Già, perché la montagna è gioia, la montagna è bellezza dei paesaggi. Ma le terre alte non sono un mondo statico; complici i cambiamenti climatici e gli sbalzi di temperatura, hanno insite in sé anche alcuni rischi oggettivi, che vanno conosciuti e – se non è possibile eliminarli del tutto – quanto meno limitati e circoscritti.
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