L’INDAGINE
Scoperto allevamento abusivo di cani a Borgo Ticino
Trovati dai carabinieri 32 animali chiusi in gabbie artigianali

Scoperto allevamento abusivo di cani di razza. I carabinieri della Stazione di Borgo Ticino ed i carabinieri forestali di Lesa e Novara hanno eseguito un blitz su ordine della procura di Novara in una abitazione di Borgo Ticino dove si sospettava la presenza di un allevamento abusivo di cani di razza di tipologia bouledogue francese. L’azione è stata disposta a seguito di avvisaglie che facevano supporre la presenza di un allevamento abusivo di cani in base ai rumori molesti e dei miasmi provenienti dall’abitazione di una famiglia di Borgo Ticino.
IL BLITZ
Dopo l’accesso nella casa, con il supporto di veterinari dell’Asl Novara, i militari hanno riscontrato la presenza di un numero molto elevato di esemplari “fattrici” e di cuccioli detenuti in condizioni non compatibili con la loro natura: in un locale del piano seminterrato, privo di sufficiente aerazione e luce sono stati rinvenuti 32 cani detenuti in piccoli recinti artigianali con lettiera costituita da fogli di giornale impregnati di feci e urine. Le deiezioni degli animali, raccolte attraverso fogli di giornale, venivano poi accumulate in scatoloni all’interno ed all’esterno della casa che venivano avviati occasionalmente a smaltimento come rifiuti domestici.
Nella casa sono stati anche rinvenuti farmaci veterinari scaduti, vaccini veterinari e medicinali atti a stimolare la fertilità degli animali per aumentare la capacità riproduttiva delle femmine. La presunta responsabile gestiva l’attività come un vero e proprio allevamento di cani di razza, ma senza le autorizzazioni sanitarie e legali e senza partita iva. Tutto avveniva in condizioni igienico sanitarie molto precarie.
CUCCIOLI IN VENDITA A 2.000 EURO
Dalla documentazione rinvenuta si è potuto accertare che i cuccioli, una volta pubblicizzati attraverso annunci sul web, erano ceduti a prezzo compreso generalmente tra i 1500 ed i 2000 euro ciascuno, per un volume d’affari stimato, sulla base degli animali venduti negli ultimi due anni, di circa 150.000 euro. Alla donna sono stati contestati i reati di esercizio abusivo di attività di impresa, frode in commercio, maltrattamento di animali e detenzione incompatibile con la loro natura e gestione illecita di rifiuti. Il trucco per evitare i controlli era il seguente: gli animali venivano intestati singolarmente a vari componenti della famiglia al fine di non far insospettire gli uffici ASL per l’eccessivo numero di cani afferibili ad una singola persona. I vari soggetti intestatari, interrogati dai militari, non sono stati in grado di riferire quali fossero i cani di cui erano padroni, confermando pertanto la natura fittizia delle intestazioni. Tutti i cani sono stati posti sotto sequestro ed affidati in parte a strutture sanitarie ed in parte lasciati in custodia alla persona indagata in quanto la giovane età dei cuccioli ne sconsigliava, temporaneamente, il trasloco altrove.
© Riproduzione Riservata