Varese, s’è spento Gianni Malerba
Aveva 94 anni, guidò per decenni il calzificio. Il figlio Fabrizio: «Caprotti ci donò la vecchia insegna»

«Mio papà Gianni ha avuto una grande fortuna: vivere gli anni d’oro del Calzificio Malerba, l’azienda di famiglia». Gianni Malerba, fino agli anni Novanta direttore tecnico dell’azienda con il fratello Giorgio, 91 anni, che era l’amministratore delegato, si è spento ieri a 94 anni. Era malato da tempo.
A ricordarlo è il figlio Fabrizio, che fino alla vendita della ditta nel 2001 è rimasto al fianco del padre e dello zio, con i cugini, una parte dei quali impegnati nell’attività. «La nostra è una famiglia molto grande - ricorda Fabrizio - L’impresa però non aprì qui a Varese, bensì nel 1926 a Castiglione dello Stiviere, in provincia di Mantova. Durante la Seconda guerra mondiale avvenne il trasferimento in centro città e quindi in via Gasparotto 77». Dove oggi sorge la nuova Esselunga.
La Malerba è stata una dei capisaldi dell’imprenditoria varesina. «Era quasi un’icona, per i varesini: mio padre e mio zio lo sapevano bene e ne andavano fieri - dice Fabrizio - Ebbero davvero la ventura di vivere quegli anni così importanti, a cavallo tra il 1970 e l’80, insieme. Era il periodo in cui si esportava in tutt’Italia e in Europa, non ancora in Cina e Stati Uniti, anche se quando abbiamo avuto la licenza di Missoni Sport ci siamo trovati persino in Corea».
Ricordare la storia di Gianni Malerba significa rievocare in definitiva un pezzo di storia della città. Lo spaccio (non si chiamavano ancora outlet, allora), per esempio, che sorgeva accanto ai fabbricati della produzione, era un punto di riferimento fisso per i varesini.
«Io stesso da giovane il sabato non facevo vacanze ma lavoravo lì, lo spaccio era enorme», rievoca Fabrizio. Perché la Malerba, al pari della Omsa e della SiSi, era la capostipite della calzetteria e dei collant in Italia, ben prima che arrivassero marchi come San Pellegrino, Oroblù o Filodoro.
«Quando poi Bernardo Caprotti decise di aprire la nuova Esselunga dove c’era la nostra azienda ebbe un gesto gentile verso mio padre e mio zio - è ancora Fabrizio a raccontare - Ci consegnò la nostra vecchia insegna, «Calze Malerba», che campeggiava sul palazzo che si vedeva bene dall’autostrada. Con Caprotti restammo fino alla sua morte, nel 2016, in ottimi rapporti, tanto che una buona parte della nostra famiglia fu invitata all’inaugurazione del nuovo store». Supermercato che, se si cerca su Internet, risulta ancora come «Esselunga Malerba», anche se il nome corretto è Esselunga di via Gasparotto. «Anzi, quando si fa la spesa on line sull’estratto conto della tessera Esselunga compare proprio quel nome: Esselunga Malerba», sorride Fabrizio.
I funerali di Gianni Malerba, che è lo zio del presidente del consiglio comunale Stefano Malerba (Italia Viva), si celebreranno domani alle 14.30 nella chiesa di Capolago.
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