VERSO LE ELEZIONI
«Siamo appesi ai voti di tutti»
Il sindaco Cassani respinge il fuoco amico e assicura altri contributi

Fratelli d’Italia, rivendicando il suo peso nella coalizione, alza lo scudo a difesa della maggioranza di centrodestra contro le opposizioni compatte che sparano bordate sulla giunta Cassani per quell’avanzo di amministrazione da quasi tre milioni di euro libero e destinato a sostenere le opere pubbliche avviate. Anziché - questa l’accusa delle minoranze - essere speso per offrire più aiuto ai cittadini e alle attività gallaratesi messi in difficoltà dalla pandemia.
Dal canto suo il sindaco Andrea Cassani non si fa scalfire né dagli attacchi degli avversari né dal fuoco amico e sottolinea: «Siamo appesi ai voti di tutti. Comunque, per la città adesso inizia la fase difficile. Dunque, con l’avanzo di amministrazione saremo in grado di sostenere cittadini e attività in questo momento. Ma sicuramente faremo anche le opere previste».
Suddividere i meriti
Insomma, un anno di emergenza totale a Gallarate si condensa in una serata di consiglio comunale in cui spicca quel 13 a 12 tra maggioranza e minoranze che, pur essendo uguale a quanto accade dall’autunno 2019, assume un significato nuovo in vista delle elezioni. Il bilancio consuntivo 2020 ha la forza spaccare a metà l’aula come quando fu presentata la mozione di sfiducia al sindaco. Ancora una volta con un po’ di fuoco amico all’interno della coalizione di centrodestra. Perché Martignoni, a scanso di equivoci, tiene a ricordare a tutti: «Fratelli d’Italia ha lavorato di squadra. Senza nulla chiedere, pur avendo aumentato il nostro gruppo consiliare, abbiamo fatto la nostra parte in modo coerente nel rispetto del programma. Sicché non è il caso di mettere una sola bandierina sugli interventi compiuti, ma è giusto suddividere i meriti». E per essere ancora più chiaro: «Da noi non ci sono state defezioni. Da noi nessuno si è spostato a sinistra qui o a Roma. Noi abbiamo salvato questa amministrazione soprattutto votando contro la mozione di sfiducia». Già, quella appunto del novembre di due anni fa.
Tutti determinanti
Non dice Martignoni a quale bandierina si riferisca, ma è ovvio che sia quella della Lega. Il partito più forte nella coalizione. Quindi? «Non so a chi si rivolga», taglia corto Cassani all’indomani della seduta. «Sembra che Fratelli d’Italia tenda a rimarcare la propria posizione come se la giunta fosse appesa ai suoi voti. in realtà siamo appesi ai voti di tutta la maggioranza da un anno e mezzo». Da quel primo 13 a 12.
L’orizzonte
La differenza è che adesso l’orizzonte non è più la tenuta per concludere il mandato, ma sono le prossime elezioni. Con otto mesi davanti per capire quanto tiene la coalizione che ha vinto nel 2016. Così, quei 3 milioni avanzati diventano spartiacque politico. Tanto che in Consiglio la difesa più accalorata per la maggioranza risulta appunto quella di Martignoni e l’attacco più acceso per la minoranza quello del ferrazziano Luca Carabelli. Due facce di una stessa medaglia nel centrodestra. Intanto, nell’attesa di mettersi d’accordo sulle bandierine con gli alleati, Cassani respinge le accuse degli avversari di aver risparmiato i soldi degli aiuti l’anno scorso per le opere di quest’anno: «Il nostro fatturato politico i cittadini lo vedono. Presto lo comunicheremo meglio».
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