IL CASO
Spari contro i buttafuori: indagini su Néza
Sospetti sul trapper. Sequestrati passamontagna e cellulare

Il trapper Néza rischia grosso. Nei giorni scorsi i carabinieri hanno perquisito l’abitazione di Anes Mihoub e se ne sono andati portandosi via due passamontagna e un iPhone che ora - ammesso che gli investigatori riescano ad aprirlo - verrà scandagliato in cerca di messaggi e file utili alle indagini.
STILE GANGSTER
Secondo gli investigatori l’artista ventunenne a fine maggio avrebbe aperto il fuoco contro i buttafuori del locale Ritual, in una sorta di agguato che però non ha lasciato feriti sul campo. Il giovane - algerino di origini ma nato a Legnano e vissuto a Castellanza - sarebbe piombato a bordo di una Volkswagen Golf nel piazzale a pochi passi dalla discoteca e, insieme ad altri suoi compari, avrebbe esploso alcuni colpi di pistola. La pattuglia era in zona, pochi istanti dopo la segnalazione è giunta all’altezza del cimitero ma ha fatto in tempo solo a vedere la fuga della macchina. A Néza - che è assistito dall’avvocato Milena Ruffini - gli inquirenti sono risaliti attraverso le testimonianze e le informazioni raccolte sul posto, ma non c’è certezza che il trapper facesse parte del commando o che abbia avuto un ruolo attivo nella spedizione. Dall’abitacolo della Golf sono spuntate solo teste coperte da passamontagna. Toccherà al reparto scientifico dell’Arma rinvenire tracce di polvere da sparo sugli oggetti sequestrati.
FAIDE FRA TRAPPER
Intanto i militari stanno cercando di ricostruire il retroscena della vicenda. Che - sottolineano dal Ritual - non ha nulla a che vedere con la discoteca. «Il locale era già chiuso da almeno mezz’ora e il personale era già andato via. I buttafuori hanno sentito delle urla provenienti dallo spiazzo in cui tanti parcheggiano e temendo fosse in difficoltà qualche cliente si sono avvicinati al gruppo di gente che litigava. All’improvviso è arrivata la macchina da cui sono partiti i colpi», spiegano i responsabili del Ritual. Néza, esattamente come il resto dei rapper cresciuti in provincia, ha a che fare con bande rivali, concorrenti sleali, nemici che vogliono la sua testa. Il copione è sempre lo stesso ed è difficile capire il confine tra deliri di grandezza e delinquenza griffata.
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