IL RICONOSCIMENTO
Stella d’oro ad Alfredo Ambrosetti, olimpionici in festa
La cerimonia nella sede milanese del Coni. All’imprenditore varesino la massima onorificenza dello sport italiano

«Ma che mito è Alfredo Ambrosetti?», scherza il presidente del Coni, Giovanni Malagò, in videocollegamento da Roma. «Penso che sia l’unico ad avere ricevuto non una, bensì due “stelle d’oro al merito sportivo” come riconoscimento della rilevante e preziosa attività svolta in favore della promozione dello sport italiano. Non gli bastava quella che ha ricevuto dalle mie mani il 13 marzo. No, ne una avuta un’altra con tanto di cerimonia di consegna bis a Milano».
LA CERIMONIA BIS
In realtà, è la stessa “stella”. Di diverso, rispetto a Roma, è stata la cerimonia in pompa magna, questa mattina, venerdì 10 maggio, nella sede lombarda del Coni a Milano con tanti olimpionici a fare festa a questo grande varesino, che il 25 giugno raggiungerà le 93 primavere, fondatore di uno dei più prestigiosi studi di consulenza aziendale a livello internazionale, del Forum economico di Cernobbio, nonché dell’happening “Campionissimi”, celebrazione dei grandi campioni sportivi, di oggi e di ieri, che va in scena alle Ville Ponti ogni ottobre.
Un tributo di affetto da brividi quello che ha investito il cavalier Alfredo Ambrosetti e la signora Lella, anche oggi al suo fianco, durante la cerimonia condotta dal direttore della Gazzetta dello Sport, Pier Bergonzi.
L’OMAGGIO DEGLI SPORTIVI E NON SOLO
Parole al miele, ma anche tanta voglia di far battute per Dino Meneghin, argento olimpico a Mosca 1980, pivot della leggendaria Ignis negli anni Settanta e 28 anni di carriera assolutamente inarrivabile: «Volevo fare il fantino. Poi ho incontrato il cavalier Alfredo che mi ha detto: “Dovresti fare pallacanestro, altro che fantino”». Qualche fila più indietro si gode la gag anche un altro nome a Varese dice tantissimo, quello di Guido Borghi, figlio dell’indimenticabile cumenda Giovanni.
«L’ho conosciuto solo negli ultimi anni, ma sono fiero di essere diventato suo amico. Quando ci si mette al fianco di personaggi di questo spessore si ha sempre da imparare qualcosa», dice Alberto Cova, campione olimpico, mondiale ed europeo sempre correndo i 10 mila piani. «Mi piace di Alfredo la sua perseveranza. Una virtù che ho sempre coltivato anch’io. Assieme alla fatica. Perché senza fare fatica, qualsiasi cosa si faccia, non si può raggiungere l’obiettivo che ci si è prefissati». Il grande cerimoniere del Forum di Cernobbio, che si chiama Alfredo come Binda e che si è innamorato delle Olimpiadi grazie all’oro di Roma di Livio Berruti, che oggi gli sedeva a pochi posti di distanza, annuisce e ringrazia.
Detto che per omaggiarlo è sceso da Varese il prefetto Salvatore Pasquariello e ha fatto un’incursione anche l’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini, alla fine da Frosinone, al seguito dell’Inter, ecco Beppe Marotta: «Impossibile non volergli bene. È un mio grande amico», si è percepito nonostante una videochiamata traballante. Scatta l’ennesimo applauso. Sì, proprio una giornata da incorniciare per Alfredo Ambrosetti.
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