L’INDAGINE
Stresa: stupro in spiaggia, quattro indagati
I giovani coinvolti sono di origine sudamericana e residenti in paese

Per il momento amministratori e politici non si sbilanciano, ma la notizia di una ragazza stuprata su una spiaggia in pieno centro, di notte, sta creando preoccupazione e rabbia tra gli stresiani e non solo. In molti chiedono che si appurino presto le responsabilità, tanti esprimono solidarietà alla vittima. «Non commento» è la risposta che ripete ai giornalisti il sindaco Marcella Severino, nel rispetto del lavoro degli inquirenti.
L’attesa è tutta per i risultati degli esami tossicologici che potranno confermare o smentire l’ipotesi che la vittima sia stata drogata. Le persone coinvolte, tre ragazzi e un’altra ragazza, tutti con poco più di vent’anni, di origine sudamericana, sono residenti in paese. Una comunità piuttosto nutrita a Stresa quella sudamericana, che conta diverse famiglie immigrate e giunte sul lago ormai da diversi anni.
In città non si sono mai segnalati particolari problemi di ordine pubblico, anche se sui social ultimamente sono state riportate diverse lamentele da parte di residenti del centro per la presenza di ubriachi a tarda notte che disturbano la quiete della cittadina, che conta cinquemila abitanti, ma che durante l’estate è affollata di turisti.
In molti manifestano il disagio di non potersi più sentire tranquilli nemmeno in un piccolo paese. La spiaggia dove è avvenuto il fatto si trova proprio davanti ai grandi hotel del lungolago.
Il gruppetto sarebbe arrivato lì dopo una serata di bevute. E la situazione sarebbe poi degenerata. Non è chiaro quale sarebbe stato il ruolo dell’altra donna presente. Un fatto che però, se possibile, rende il quadro ancora più inquietante.
Ora i quattro sono stati ufficialmente iscritti al registro degli indagati dalla procuratrice Olimpia Bossi, che coordina le indagini insieme alla sostituta Laura Carrera, e non sono ancora stati interrogati. I militari stanno anche ascoltando altre testimonianze ed è per questo che la notizia si è sparsa oltre il riserbo degli inquirenti.
I tempi necessari per tutti i riscontri non saranno brevi. Intanto c’è la denuncia della vittima, che ha raccontato di una serata con gli amici finita in un incubo. La ragazza ha denunciato dopo aver preso pienamente coscienza dell’accaduto. I suoi ricordi sarebbero lacunosi, ma è stata visitata al Dea del Castelli come previsto nei casi di violenza sessuale. Un passo difficile, quello che ha compiuto la giovane, ma ora le sue parole dovranno trovare riscontro nelle indagini dei carabinieri, che proseguono incessantemente ormai da giorni. Verifiche più che doverose per accuse così gravi e pesanti: si parla infatti di violenza sessuale di gruppo, un reato che prevede pene fino a 14 anni di reclusione.
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