L’INDAGINE
Stupro di Venegono, «nessuna traccia sul cappello»
Accertamenti dei Ris. Domani udienza a Varese
Punto a favore della difesa di Anthony Gregory Fusi Mantegazza, il ventiduenne tradatese in carcere da oltre nove mesi con l’accusa di aver partecipato allo stupro di una giovane passeggera consumato al piano superiore di una carrozza deserta del treno Milano-Varese la sera del 3 dicembre scorso e di aver cercato di abusare, una volta sceso, anche un’altra ragazza nella sala d’attesa della stazione di Venegono Inferiore.
Dalla descrizione della parte offesa e dall’analisi delle immagini video nelle stazioni di Tradate e di Venegono, gli inquirenti coordinati dal pm varesino Lorenzo Dalla Palma hanno identificato Fusi Mantegazza con l’aggressore con la stampella, una bici, degli occhiali da vista e un copricapo simile a un colbacco. Quel cappello, rinvenuto nell’abitazione del giovane, dove conviveva con altre persone, risulta però privo di tracce biologiche riconducibili sia a lui sia all’altro coimputato, il marocchino Hamza Elayar, 27 anni. «La perizia dei Ris di Parma incaricati delle analisi del Dna sul cappello ha dato esito negativo», hanno dichiarato i difensori, gli avvocati di fiducia Monica Andreetti e Mauro Straini. Domani, giovedì 15 settembre, nuova udienza in Tribunale a Varese. Saranno sentite in aula le due vittime delle violenze.
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