IL PERSONAGGIO
Sua l'immagine simbolo degli anni di piombo
Nel 1977 a Milano Paolo Pedrizzetti, fotografo amatoriale, riprese un giovane con il volto coperto e la pistola in pugno: uno scatto che fece epoca
ARONA - Era lui l’autore della foto simbolo degli Anni di piombo. Trentasei anni fa, nel 1977, da fotografo dilettante, Paolo Pedrizzetti divenne famoso per avere realizzato la foto, in via De Amicis a Milano, che ritrae un dimostrante col volto coperto e la pistola in pugno, pronto a sparare ad altezza uomo. Pedrizzetti ebbe il sangue freddo di immortalare il dimostrante con la P38. Era il 14 maggio, lo stesso giorno in cui venne ucciso l'agente Antonio Custrà. Un'immagine simbolo di un’epoca, che finì in prima pagina sul Corriere d’informazione e fu oggetto di studi e dibattiti sugli Anni di piombo, tanto da diventare pure un libro. L’architetto Pedrizzetti, designer di fama internazionale, era attivista del circolo aronese del Pd, di cui fu uno dei fondatori nel 2007. Lo ricorda così Simone Dulio, segretario della sezione: "Era un uomo tenace, con cui si potevano avere scontri sulle idee, ma sempre corretto. Aveva iniziato la sua attività politica con una lista civica di sinistra poi si era unito al Partito Democratico". Diego Errico, consigliere comunale, è disperato: "Era un amico prima che un compagno di partito. Aveva sostenuto la candidatura di Gianni Cuperlo, e fino a poco tempo fa era nel direttivo locale e provinciale. Ricordo la festa per la vittoria di Giuliano Pisapia a Milano». Pedrizzetti aveva prima collaborato con Davide Mercatali, poi aveva aperto uno studio di architettura con la moglie, affermandosi come designer di casalinghi, sanitari, complementi d’arredo. Ha diretto e collaborato con importanti riviste del settore. E in gioventù era stato anche un appassionato fotografo. "Quella foto del 14 maggio 1977 -scrive Umberto Eco- divenne una icona di quegli anni drammatici". Dulio ricorda: "La polizia sequestrò il rullino e proprio grazie a quegli scatti arrestò alcuni facinorosi. Paolo mi raccontò che ricevette anche minacce".
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