«Sull’autogiro a ottomila metri»

C’è aria di festa alla Magny Giro, l’azienda leader mondiale nella produzione di autogiro, l’ultraleggero che assomiglia a un mini aereo o a un elicottero “tascabile”, pur essendo tutta un’altra cosa, e che viene utilizzato in mezzo mondo dagli appassionati dell’aria. Molti l’avranno notato anche nei cieli sopra il Varesotto, con la sua linea originale ed essenziale. Una macchina volante complessa, ma allo stesso tempo artigianale e agile, che volando volando ha infranto un altro primato, per giunta tinto di rosa: la pilota veneziana Donatella Ricci ha sbaragliato la concorrenza aggiudicandosi il record mondiale di quota in Autogiro, arrivando con le bombole dell’ossigeno e l’equipaggiamento adeguato a 8.399 metri. Insomma, il tetto del mondo, scalato alla cloche nella giornata dell’8 novembre.
L’1 dicembre, poi, il team volerà a Dubai, negli Emirati Arabi, per partecipare ai World Air Games, una sorta di olimpiade degli sport d’aria. Notizie che riempiono d’orgoglio la casa madre nell’area industriale di Besnate, dove però non c’è troppa voglia di autocelebrarsi: perché il patron Vittorio Magni, oggi 78 anni, è uomo di poche parole, umile e discreto, abituato a lavorare senza sosta in ditta, senza sbandierare i successi. Così come i figli Pietro e Luca, che in azienda si sporcano le mani mischiando la propria attività a quella dei diciotto dipendenti, e portando avanti una tradizione familiare nata da un unico ingrediente: la passione. Sono passati 50 anni da quando nel garage di casa il signor Magni trascorreva il tempo progettando prototipi come un moderno Leonardo da Vinci.
«Sono entrato in Agusta diciottenne e sono rimasto a Cascina Costa per undici anni - racconta lui stesso dal quartier generale di via Volpina -. Poi ho avuto altre esperienze e ho fatto il brevetto da pilota di elicottero prima di mettermi in proprio: la svolta però è arrivata con i motori a quattro cilindri che hanno permesso di lanciare sul mercato una macchina sicura anche per fare scuola. In quel momento ho capito che da quella passione poteva nascere lavoro: abbiamo faticato tantissimo per creare un autogiro stabile. Ancora oggi il nostro modello si riconosce per queste caratteristiche».
L’azienda besnatese resta saldamente leader mondiale, anche perché è stata fra le prime a lanciare i modelli, per essere poi seguita da altre tre o quattro realtà al mondo oggi specializzate in questo settore così particolare. Il cliente medio?
«Persone di tutti i tipi, dall’operaio al chirurgo all’imprenditore, fra i 35 e i 60 anni – risponde Vittorio Magni -. Un Autogiro può costare dai 70mila euro in su, ha un’autonomia di 450 chilometri per una velocità di 180 chilometri all’ora al massimo e costi di manutenzione simili a quelli di un’auto, ogni 100 ore di volo».
Gli appassionati seguono le lezioni teoriche a Besnate, quelle pratiche nel campo volo di Novara sabato e domenica, per poi essere sottoposti a un test per l’attestato di pilota di ultraleggero. L’ente di riferimento è l’associazione semigovernativa Aeroclub d’Italia. Nel Varesotto vengono prodotti quattro modelli base, da quello scoperto a quello cabinato, destinati soprattutto al mercato privato: i Magni Gyro vengono esportati in tutto il mondo, dall’Europa al Sudafrica. Dall’hangar varesino sono usciti quasi mille modelli: una settantina all’anno. Perché ogni velivolo è un pezzo unico, con una scocca standard ma anche personalizzazioni richieste dal singolo cliente. Anche per questo lo chiamano la Ferrari dei cieli.
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