PELLICOLA
Tonin Carranza spiega l’arte del montaggio: «Lavoro oscuro ma prezioso»
L’assistente varesino ha raccontato i segreti del mestiere prima dello spettacolo serale al nuovo di Varese di “After the hunt”
Finalmente ho capito come funziona il montaggio. Il commento di uno spettatore fotografa al meglio quando accaduto il 18 novembre, con replica il 19, prima dello spettacolo serale al Nuovo di After the hunt - Dopo la caccia. A introdurre la proiezione, affiancato dal preparatissimo Alessandro Reato di Filmstudio 90, Edwin J Tonin Carranza, trentunenne varesino assistente al montaggio di questo come di altri film.
«Il nostro - ha spiegato - è un lavoro oscuro ma prezioso. Sincronizzare immagini e sonoro è meno facile di quanto si pensi e ancora di più effettuare tagli. Ad aiutare il montatore dei film di Guadagnino, Marco Costa, siamo normalmente in tre».
Impegnato con il regista di Suspiria tanto in Queer quanto nel nuovo Artificial («Non chiedetemi quando uscirà, proprio non lo so»), Edwin J Tonin Carranza è fresco di traguardo importante. Ovvero il debutto da montatore («però senza assistenti», ha precisato divertito) nel docufilm Stile Alberto sulla figura del giornalista scrittore Alberto Arbasino andato in onda su Rai Tre il 15 . Poco meno di trecento le persone in sala. Tutte curiose e attente, in particolare Davide Macchi, anche lui montatore, che ha esordito con il corto Tusen Toner ottenendo subito un premio. Inevitabile lo scambio di opinioni tra i due al termine della serata. Non gli unici soddisfatti di avere sentito per una volta parlare di un suo film qualcuno che non è regista o interprete.
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