L’INTERVISTA
Tovaglieri: «Ci mettiamo la faccia»
L’europarlamentare spiega la Lega di governo. «Sapevamo che ci sarebbe costato un prezzo elettorale alto, ma non potevamo chiamarci fuori»

Lega di lotta, Lega di governo. Lega pronta a combattere con i cittadini, Lega seduta nella stanza dei bottoni. Quante volte è stata riproposta questa contrapposizione? Tante. Ma c’è una via che permette di porsi oltre lo sterile dibattito tra l’una e l’altra attitudine/convinzione. È la strada maestra che indica Isabella Tovaglieri, europarlamentare di Busto Arsizio, miss preferenze quando il Carroccio aveva il vento in poppa (nel 2019, al momento della sua elezione a Bruxelles/Strasburgo) ma pure di recente (alle Comunali di ottobre 2021), con il suo partito che non se la passa molto bene.
Prova di maturità
Spiega: «Sapevamo che l’ingresso della Lega al governo ci sarebbe costato un prezzo elettorale altissimo. Ma non ci si poteva chiamare fuori, in un momento così difficile, tra fondi in arrivo dall’Europa, ripresa post pandemica e ora anche la guerra in Ucraina. Ci abbiamo messo la faccia perché non è giusto stare alla finestra a capitalizzare, come ha fatto qualcuno. Per la Lega è stata una prova di maturità. Una scelta che rifarei». Intanto, però, il partito di Matteo Salvini soffre. Nei sondaggi scivola sempre indietro mentre Giorgia Meloni vola. E provoca. È di questi giorni il lancio di una convention a Milano per prendere in mano il timone del centrodestra. Lega e Forza Italia che fanno?
Le radici degli alberi
«Il centrodestra - scandisce l’onorevole varesina - può e deve ricompattarsi sui temi cari. Dobbiamo costruire un fronte comune per raggiungere quella incisività che ora riusciamo a ottenere in parte, essendo noi minoranza della maggioranza che governa il Paese».
Tovaglieri rappresenta l’ala dialogante della Lega, quella che non scarta a priori l’unione con Forza Italia. Ma occhio a non cadere nella trappola. «Noi siamo un partito fortemente identitario. Quindi, sono d’accordo sul fatto che la Lega si evolva ma, come gli alberi, può cambiare la chioma, non le radici. I nostri principi sono un punto fermo». Poi bisogna tenere conto di una frase che Umberto Bossi da Cassano (o da Gemonio) non dimenticava mai di ribadire: in politica due più due non sempre fa quattro, più spesso arriva a tre. Aperti ma guardinghi. Così provano a procedere i leghisti. Pure in campo internazionale.
Nè Macron nè Le Pen
La narrazione comune racconta di un Matteo Salvini piuttosto disorientato dagli attuali sconvolgimenti, per non parlare delle sue simpatie russe che ora pesano come macigni. In proposito la trentaquattrenne politica italiana sfodera una frase ad effetto: «Io sono dalla parte della democrazia». Discorso che vale anche in vista delle presidenziali francesi di domenica: «Rispetto il risultato delle urne», anche se una vera simpatia non c’è. Emmanuel Macron ha prefigurato «un’Europa ancora più a trazione franco-tedesca, e questo non va bene», mentre Marine Le Pen è troppo nazionalista e statalista, per i gusti della leghista. Forse che Viktor Orban può mettere d’accordo tutti? Il leader ungherese, tanto bistrattato, è appena stato dal Papa e si è pure incontrato con Matteo Salvini: «Guardi, tendo a non demonizzare quei personaggi messi all’angolo perché non si adeguano al pensiero unico». Inoltre, «direi che Ungheria e Polonia stanno dimostrando la loro accoglienza a un Paese come l’Ucraina, ingiustamente attaccato».
L’arma delle sanzioni
Ecco, sul fronte guerra, la parlamentare europea gioca diverse partite: innanzitutto per la garanzia dei corridoi umanitari e dell’ospitalità ai profughi che fuggono dal conflitto, poi le sanzioni. «L’Europa deve mettere in condizione di applicarle, creando un fondo di compensazione perché ci sono Paesi che sono più penalizzati e altri meno. Inoltre vanno rivisti alcuni target, come quelli della rigassificazione. Che, altrimenti, bloccano l’economia di alcuni Paesi». La partita non è semplice. Pure sugli armamenti. La posizione di Tovaglieri è molto prudente, in proposito. Anche perché, secondo lei, «l’arma più importante è quella delle sanzioni». E ritorna, su questi argomenti, sul tema del leghismo ragionevole.
Sicurezza e autonomia
Ne articola il contenuto: «La Lega è sempre più punto di riferimento non solo per il territorio ma partner autorevole nello scacchiere politico, pure europeo». Propaganda elettorale? No, assicura Tovaglieri, il nocciolo sta proprio in questa svolta: «Tanti ci censurano per partito preso. Non analizzano nemmeno le nostre proposte basate su concretezza e buonsenso». Intanto, però, il consenso arretra: «In questi due anni di Covid gli italiani non hanno percepito come prioritari alcuni temi che invece noi portiamo avanti da tempo, come la sicurezza, oppure l’autonomia. Eppure sono fattori fondamentali. E sarà possibile valutare tutto più serenamente quando il periodo d’emergenza sarà finito».
Ma il terreno perduto su Fratelli d’Italia non sarà diventato troppo? Un termometro dell’attuale scenario si potrà avere pure in casa del Carroccio, visto che partirà a breve la stagione dei congressi.
Le porte importanti
Per troppo tempo sono state rinviate le date, ora si comincia a vedere la luce in fondo al tunnel: non più commissari ma segretari, scelti dalla base. Sarà davvero così? «Sento una grande voglia di ricominciare. Interpreto in modo positivo questo momento. Dopo il primo maggio non è più obbligatorio il green pass, verrà naturale un desiderio maggiore di aggregazione e pure la Lega farà la sua parte». Sarà quella stagione di rinnovamento che Tovaglieri auspica mentre (eh sì) si comincerà a battagliare per le candidature. Lei ha il suo seggio tranquillo in Europa, anche se il suo nome viene tirato fuori alla bisogna. Sull’argomento non si sbilancia, se non per auspicare la vittoria del centrodestra alle prossime elezioni politiche. E allora, chissà, per lei potrebbero aprirsi porte molto importanti. Intanto continua la sua azione di propaganda di una Lega dalla faccia pulita. Forte perché porta avanti argomenti forti e non perché alza la voce. Convincente perché coerente e non perché si lancia in sterili slogan populistici. La Lega di Isabella Tovaglieri è così. I voti arriveranno di conseguenza. Questo è il suo auspicio.
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