LA PETIZIONE
In 25mila per salvare l’ospedale
Carenza di personale e Pronto soccorso in affanno. Pioggia di firme per chiedere il potenziamento

Appuntamento per la prossima settimana. Il luogo: Palazzo Lombardia, a Milano, dove ad attendere la delegazione tradatese ci dovrebbero essere Francesca Brianza, vicepresidente del Consiglio regionale, ed Emanuele Monti, che presiede la commissione Sanità.
Da Tradate a Milano per consegnare i faldoni nei quali sono contenute 24.600 firme, tante ne ha raccolte il comitato “Noi per il nostro ospedale di Tradate”.
«Ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato a questa iniziativa - spiega Mauro Micheluzzi, uno dei promotori - a conferma che il tema è sensibile e radicato nella popolazione. Ci auguriamo che il messaggio lanciato dal territorio faccia da stimolo per una rapida soluzione dei problemi».
E i problemi, in questo come in altri ospedali, non sono pochi e purtroppo in alcuni casi non di facile soluzione.
Qualche mese fa, per esempio, erano state annunciate sostanziose e imminenti novità che riguardavano il personale ma i medici promessi non si sono visti nel numero previsto (ne erano stati annunciati 12 da distribuire nei vari reparti) e al contrario l’organico dei camici bianchi si riduce con conseguenti ripercussioni sulla vita quotidiana del nosocomio cittadino. Un ospedale sul quale fanno riferimento, in modo sempre più ampio, anche pazienti che non sono strettamente legati al tradizionale bacino d’utenza del Galmarini.
Richieste dunque alte di accessi - lo scorso anno sono state quasi 40mila - ma personale ridotto all’osso e questa è stata una delle leve sulle quali hanno agito i promotori di una raccolta di firme che è andata oltre le previsioni.
Già alla fine degli anni ‘80, seppur in un altro contesto (la famosa “direttiva Rivolta”, dal nome dell’assessore di allora, ne decretava la chiusura), il territorio si era mobilitato, anche con l’interessamento dei sindacati, ed erano state raccolte 15mila firme. La chiusura è stata scongiurata ma da allora, e per tante ragioni, si è registrato un progressivo declino, se pensiamo che in una trentina d’anni sono stati persi circa 200 posti letto.
Un altro tema sul quale i promotori dell’iniziativa pongono l’attenzione è proprio il rapporto fra accessi e capacità della struttura, in modo particolare del Pronto soccorso, reparto che ormai da anni è sotto pressione e con carenza di organico.
L’obiettivo dei promotori di questa petizione è quello di sollecitare la politica regionale a fare presto, a rafforzare il ruolo del nosocomio di piazzale Zanaboni fornendo gli strumenti e soprattutto il personale necessario per dare una risposta a quei 24.600 cittadini che hanno messo la firma.
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