IL PROBLEMA
Scuole e orari dei bus, è caos
Mancato coordinamento: disagi quotidiani per gli studenti di Tradate. Raccolte 250 firme

In piedi alla fermata del bus, con lo zaino carico di libri e quaderni sulle spalle e, in tasca, l’abbonamento pagato da mamma e papà: costo 53 euro, validità un mese, andata e ritorno, da casa a scuola e viceversa.
Studenti pendolari, un popolo che si muove ogni mattina verso Tradate, allievi delle medie e dei licei raccolti dai pullman blu di Ferrovie Nord Milano Autoservizi e riaccompagnati nel pomeriggio nei comuni del circondario.
Linee storiche, collaudate, affidabili. Almeno fino all’estate scorsa.
Dall’inizio dell’anno scolastico infatti qualcosa è cambiato: gli orari di ingresso e di uscita dalle scuole sono stati sdoppiati per ridurre gli assembramenti e il rischio di trasmissione del Coronavirus. In parallelo, le corse dei bus hanno subìto modifiche d’orario, ufficialmente concordate coi presidi. Obiettivo: potenziare il servizio nelle fasce di maggiore richiesta.
L’operazione, dopo le prime due settimane di “rodaggio” sembra tuttavia essere riuscita a metà.
Aumentare il numero degli autobus in servizio alle 8 e alle 10 del mattino e, ancora, alle 12.30 e alle 14.30, ha infatti costretto i gestori delle linee a ridurre le corse in altri momenti della giornata e a sopprimere alcuni passaggi.
Morale: chi oggi esce dalle aule dall’istituto “Pavoni” di Tradate nella seconda metà del pomeriggio - ma è solo un esempio - attende sempre alla fermata non l’autobus delle 17.13, che non c’è più perché soppresso, ma i genitori o il nonno in arrivo al volante dell’auto di famiglia.
Il disservizio ha scatenato le proteste degli utenti, che hanno promosso una raccolta di firme a sostegno di una richiesta perentoria: ripristinare l’orario in vigore prima della pandemia.
Un’impresa al limite dell’impossibile per Fnma, a meno di rinunciare ai pullman aggiuntivi in coincidenza con il suono della prima e dell’ultima campanella. Servirebbero più autobus, più autisti, più controllori, più investimenti.
«Il programma di esercizio - ribadiscono i gestori - è stato modificato sulla base delle indicazioni dell’Agenzia per il trasporto pubblico locale per il bacino di Varese, Como e Lecco dopo una serie di incontri di coordinamento con i dirigenti degli istituti scolastici e con le istituzioni coinvolte».
Un piano “organico” definito a fine agosto. Poi però gli incastri sono saltati. Cattedre vuote e ritardi nelle nomine dei supplenti hanno costretto più di un istituto a rivedere la propria organizzazione interna e a rimodulare gli orari, smantellando di fatto il coordinamento con la rete dei bus.
Se ne sono accorti in particolare a Tradate, dove gruppi di studenti sono rimasti letteralmente a piedi.
Il direttore dell’istituto Pavoni, padre Marcello Cicognara, è stato tra i primi a segnalare il problema.
«È vero, qualcosa non ha funzionato - ammettono da Ferrovie Nord Milano Autoservizi -. Abbiamo preso nota delle osservazioni degli utenti e le trasmetteremo all’Agenzia per il trasporto pubblico locale. Saranno valutate possibili correzioni, anche se dobbiamo sottolineare che la definizione degli orari deve soddisfare non solo le richieste del mondo scolastico, ma di tutte le realtà che utilizzano i nostri autobus».
Nell’attesa l’elenco delle 250 firme, già raccolte su iniziativa di un genitore che risiede ad Appiano Gentile, è destinato ad allungarsi.
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