TRIBUNALE
Tradimenti, piercing e schiaffi: assolto dall’accusa di maltrattamenti
Processo a Varese: l’uomo condannato a 9 mesi per lesioni personali nei confronti della compagna

È stato assolto dall'accusa di maltrattamenti in famiglia il 42enne, residente in un paese al confine con la Svizzera, a processo per insulti, calci e schiaffi alla compagna che lo aveva tradito e che si era fatta il piercing all'ombelico contro la sua volontà. Condannato, a nove mesi di reclusione (pena sospesa), "solo" per lesioni personali perché in un'occasione le avrebbe fatto sbattere la testa contro il muro. La donna e il figlio minorenne, che assistette alla scena, hanno ottenuto un risarcimento danni complessivo di 3.000 euro (erano parte civile con l'avvocato Eleonora Bracco). Il pm aveva chiesto la condanna a 4 anni.
LA DENUNCIA DELLA DONNA
I maltrattamenti denunciati dalla donna sarebbero iniziati nel 2016. Non solo botte, secondo l'accusa, ma anche ingiurie: "Tro... , sei grassa e incapace come madre". Insomma, anni di minacce, percosse, aggressioni verbali e fisiche.
LA CITAZIONE
Soddisfatto della sentenza il difensore dell'imputato, l'avvocato Corrado Viazzo, che ha negato i maltrattamenti e ha motivato il comportamento sopra le righe dell’imputato con la gelosia per aver scoperto tre tradimenti nel giro di pochi anni. «La gelosia è un mostro dagli occhi verdi che dileggia il cibo di cui si nutre», ha detto citando Shakespeare. Per questo, oltre a chiedere l'assoluzione dal reato più grave, aveva proposto la trasmissione degli atti alla Procura affinché indaghi la donna per maltrattamenti ai danni dell'ex compagno. Istanza che non è però stata accolta dei giudici.
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