LA TRAGEDIA
Mesenzana, la gelosia di Andrea e i disegni dei figli per lui
Un’amica della moglie del padre assassino-suicida: «La assillava». La Procura. «Problemi psichiatrici, non accettava la separazione»

In casa, in via Pezza, non c’era alcun biglietto che tentasse almeno di spiegare perché un padre può togliere la vita ai propri figli. Perché Andrea Rossin li ha uccisi per poi togliersi la vita. Nulla d’altro, se non i teneri disegni alle pareti che esprimevano tutto l’amore di Giada e Alessio per il loro papà in occasione della sua festa. Né la famiglia era mai stata seguita dai servizi sociali del piccolo Comune, 2000 anime. Tantomeno erano stati colti problemi che potessero coinvolgere i ragazzi, nella coppia formata da Andrea Rossin e Luana Vivirito. La donna non aveva mai sporto denuncia per maltrattamenti o altro presso una qualunque stazione dei carabinieri; neppure i vicini si erano lamentati per litigi che andassero oltre le normali discussioni di una coppia.
LA GELOSIA OSSESSIVA
Eppure, alcuni testi vicini alla donna, tra cui un’amica di lei avrebbero raccontato ai carabinieri delle manie di controllo dell’uomo, soprattutto da quando Luana aveva scelto di tornare dai suoi genitori a Brissago con i figli. «Andrea era geloso, l’assillava per sapere dove andasse e a che ora sarebbe rientrata, lei che non faceva altro che lavorare al supermercato Bennet di Lavena Ponte Tresa». Pare anche che qualche amica avesse consigliato alla trentacinquenne di rivolgersi a un avvocato. Proprio lei, Luana, potrà aiutare a fare luce sulla tragedia non appena se la sentirà: ieri pomeriggio era ancora ricoverata a Cittiglio. I militari della Compagnia di Luino, retta dal capitano Alessandro Volpini, da ieri stanno scandagliando la vita della coppia alla ricerca di un perché a una tragedia di questa entità.
I PROBLEMI PSICHIATRICI
Le indagini però, visto che il principale responsabile, cioè Andrea Rossin, si è a sua volta tolto la vita, si chiudono qui. La Procura della Repubblica di Varese, a firma della procuratrice Daniela Borgonovo, ha emesso una nota in cui si parla del fatto che l’uomo soffrisse “da tempo di problemi psichiatrici e non accettava la separazione dalla moglie, che tormentava”. Nella cancelleria del tribunale a Varese lavora anche la nonna materna di Giada e Alessio; ieri la notizia della loro morte l’ha raggiunta lì e lei si è sentita male, tanto che è dovuta intervenire un’ambulanza.
LE AUTOPSIE
In via Pezza i carabinieri hanno subito trovato per terra accanto a lui il lungo coltello da cucina che il padre ha utilizzato per uccidere i figli, prima di puntare l’arma contro il proprio cuore e togliersi la vita. I ragazzi si spera abbiano avuto una morte quasi istantanea. Ma, a parte i primi rilievi del medico legale, il pm Giulia Floris ha disposto l’autopsia sui corpi di tutti e tre: il magistrato ha effettuato un sopralluogo nella villetta con il comandante provinciale, colonnello Gianluca Piasentin. Solo l’esame autoptico potrà accertare diversi dettagli, oltre ad avvicinarsi il più possibile all’ora della morte. E stabilire anche se i due ragazzi, prima di andare a dormire, siano stati sedati dal padre perché non opponessero resistenza. Non risulta per ora confermato il fatto che fosse la prima volta che si fermavano a dormire con lui in via Pezza dopo la separazione; se invece così fosse, il delitto potrebbe assumere le caratteristiche di un omicidio premeditato. Da accertare anche se l’uomo, che era in cura per problemi psichiatrici in un cps della zona, avesse assunto a sua volte sostanze e di quale tipo.
IL DOLORE DI DIRIGENTISCUOLA
Intanto dirigentiscuola esprime la propria sofferenza per l’incomprensibile tragedia avvenuta a Mesenzana: i due figli uccisi da Rossin erano alunni dell’ICS "D. Zuretti". La presidente regionale di Dirigentiscuola, Gabriella Conte, e il vicepresidente regionale, Luciano Giorgi partecipano al dolore che ha colpito tutta la cittadinanza, e in particolare tutte le persone dell’Istituto diretto dalla dirigente prof.ssa Katia Fiocchetta. «Siamo sempre più convinti - dichiara Attilio Fratta presidente nazionale di Dirigentiscuola - che occorra continuare a lavorare con impegno e costanza per rendere la scuola un ambiente di crescita, formazione ed educazione in cui docenti, genitori, personale scolastico e dirigenti concentrino tutte le loro forze ed energie per un lavoro comune, nel rispetto dei ruoli. Una buona didattica fa bene al nostro Paese».
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