LA TRAGEDIA
Tragedia di Morazzone, venerdì i funerali di Daniele
Il ministro Cartabia chiede all’ispettorato di svolgere «accertamenti preliminari» sul caso. Convalidato l’arresto del padre assassino

L’ultimo saluto al piccolo Daniele, il bambino di 7 anni ucciso a Morazzone dal padre, Davide Paitoni, a Capodanno, verrà dato venerdì prossimo 7 gennaio. Le esequie saranno celebrate all’oratorio di Schianno alle ore 14.30; mezzora prima, alle 14, ci sarà il Rosario. E’ stata annunciata la presenza del presidente della provincia, Emanuele Antonelli. Oggi, martedì 4 gennaio, è prevista l’autopsia.
Intanto Davide Paitoni, questa mattina, nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip avvenuto nel carcere varesino dei Miogni, si è avvalso della facoltà di non rispondere: il giudice Giuseppe Battarino si era riservato la decisione, ma nel tardo pomeriggio ha convalidato il fermo e applicato la misura della custodia cautelare in carcere.
RICHIESTA DI CHIARIMENTI
Dopo la tragedia di Morazzone, interviene anche il ministro. Riguardo al delitto del piccolo Daniele, ucciso a Capodanno dal padre Davide Paitoni, la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha chiesto all’ispettorato di “svolgere con urgenza i necessari accertamenti preliminari” sul caso. Lo rendono noto fonti di via Arenula.
La Procura: «Paitoni denunciato per lesioni e minacce»
Paitoni, intanto, questa mattina, martedì 4 gennaio, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip.
«In Procura pende altro procedimento penale nei confronti di Davide Paitoni per i reati di lesioni e minacce, in relazione a denunce presentate nei suoi confronti dalla moglie e dal suocero a proposito di condotte aggressive in loro danno. Le denunce risalgono ai mesi di marzo e aprile scorso e si inquadrano nel contesto del conflitto familiare scaturito dalla decisione della moglie di separarsi. Non sono pervenute segnalazioni di ulteriori ed analoghi episodi con riguardo a nessuno dei familiari dell’indagato». Nè sono pendenti «procedimenti per maltrattamenti in famiglia o atti persecutori».
A tre giorni dall'omicidio del piccolo Daniele - e dopo le polemiche anche a livello parlamentare per il fatto che il padre fosse agli arresti domiciliari e non in cella per il tentato omicidio di un collega il 26 novembre scorso - la Procura di Varese ha emesso oggi, martedì 4 dicembre, un comunicato per «evitare l'ulteriore diffusione di notizie inesatte». E spiegando, di fatto, perché quelle denunce non abbiamo portato all'emissione di quelle misure cautelari previste in base alla legge sul «Codice rosso».
E dopo la presa di posizione del presidente del Tribunale, la nota conferma che, dopo l'arresto di novembre ad Azzate, il pm aveva chiesto gli arresti domiciliari «sul presupposto della ritenuta pericolosità sociale dell'indagato». E il gip aveva accolto la richiesta, «peraltro ravvisando solo un rischio di inquinamento probatorio» alla luce della necessità di nuove indagini sulla dinamica e i motivi della lite. Insomma, una diversa visione delle esigenze cautelari, che però ha portato comunque Paitoni non in carcere, ma ai domiciliari, poiché il gip non il potere di applicare una misura più grave di quella richiesta dalla Procura.
«Di fronte a questa tragedia, a questo gesto sconvolgente, impensabile, ingiustificabile - conclude il comunicato del procuratore Daniela Borgonovo - non possiamo che esprimere la nostra vicinanza alla mamma del piccolo Daniele e impegnarci ancora di più contro la violenza».
BIANCHI: «BENE GLI ACCERTAMENTI»
Il deputato della Lega, Matteo Bianchi, già sindaco di Morazzone per due mandati, aveva domenica annunciato una interpellanza proprio alla ministra Marta Cartabia per avere chiarimenti su alcuni aspetti, primo fra tutti l’affidamento del piccolo Daniele al papà Davide, che destano perplessità. L’annuncio oggi degli accertamenti, disposti dalla Guardiasigilli, è accolto dall’esponente della Lega con soddisfazione. «Avevo espresso fin da subito il mio convincimento sul fatto che il ministro Cartabia avrebbe attenzionato a dovere le decisioni prese dagli enti preposti, antecedentemente ai drammatici fatti successi nel nostro paese» spiega Bianchi.
«Tutti i cittadini - aggiunge il parlamentare locale - si pongono domande sul perché e se si fosse potuto evitare un dramma simile. Anche se fosse stato solamente affrontata con superficialità la questione, i gravi fatti avvenuti portano a chiedersi dove ricercare responsabilità di chi deve tutelare i soggetti indifesi come i minori. Se qualcuno non ha avuto accortezze adeguate deve assumersi le conseguenze del caso e se qualcuno ritiene che le maglie delle norme non siano sufficientemente stringenti, lo faccia presente. Tuttavia, le Istituzioni non possono permettersi di scaricarsi vicendevolmente responsabilità. Lo Stato ci deve essere e deve dare una risposta chiara e ferma, anche nel processo che verrà nei confronti dell’omicida: certezza della pena e tutela dei più deboli”». Bianchi annuncia che depositerà comunque
«interrogazione od interpellanza, ed attendiamo risultanze dell’ispezione ministeriale». Infine, sempre da Bianchi, i ringraziamenti alla ministra e la piena fiducia nelle Istituzioni. «Parteciperò venerdì ai funerali del bimbo all’oratorio di Schianno».
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