LA TRAGEDIA
Trovata morta la contessa Pullè
Gesto estremo spiegato in un biglietto. L'allarme dato da un conoscente
I giornali di sabato ancora davanti alla porta di casa, le imposte chiuse e i primi timori che poi all'arrivo degli inquirenti hanno trovato conferma: la contessa Maria Luisa Cotti Pullè era all'interno dell'abitazione, ormai senza vita. Sarebbe un suicidio dettato dalla disperazione, quello che si è consumato in un'elegante villa di via Sanvito, a pochi passi dal centro cittadino.
Il tragico ritrovamento del cadavere della nobildonna settantacinquenne, personaggio noto nel panorama culturale locale, è stato fatto la mattina di domenica 22 marzo da poliziotti e vigili del fuoco.
In base alla prima ricostruzione, a lanciare l'allarme sarebbe stato un conoscente dell'anziana che regolarmente si recava a casa sua per lasciarle il sacchetto con i giornali davanti all'uscio. Ma domenica mattina alcuni dettagli hanno attirato l'attenzione dell'uomo: all'ingresso della villa, in cima alla scaletta che conduce al portone principale, si trovavano ancora i quotidiani lasciati sabato, esattamente come li aveva appoggiati lui, e le imposte erano chiuse nonostante fosse ormai tarda mattinata. Da qui, dunque, il sospetto che fosse accaduto qualcosa di brutto e la decisione di chiamare il 112. Sul posto sono quindi arrivati i vigili del fuoco e i poliziotti di Squadra Volante e della Scientifica, con il commissario capo Gianluca Solla. Una volta all'interno, gli agenti hanno fatto la drammatica scoperta.
Il cadavere della donna si trovava nel sottotetto dell'abitazione: appeso a una trave, con un cavo elettrico stretto attorno al collo. La pista più accreditata è appunto quella del suicidio. Vicino al corpo, sono stati trovati alcuni giornali e dei fogli vergati a mano dalla contessa, in cui avrebbe raccontato le difficoltà personali che stava attraversando nell'ultimo periodo. Ma sul contenuto di questi manoscritti c'è il massimo riserbo da parte degli inquirenti. Il decesso della contessa Pullè dovrebbe essere avvenuto tra la serata di venerdì e il mattino di sabato, ma soltanto l'esame necroscopico potrà stabilirlo con precisione: su disposizione del sostituto procuratore della Repubblica Luca Petrucci, pubblico ministero di turno, dovrebbe essere effettuata nei prossimi giorni l'autopsia sulla salma. L'intento è ovviamente quello di definire con precisione dinamica e tempi della tragica vicenda, ma anche decretare definitivamente che si sia trattato d'un gesto volontario: un aspetto, quest'ultimo, che comunque al momento attuale pare più che assodato.
Maria Luisa Cotti non aveva figli ed era la vedova del conte Nicola Pullè, a sua volta figlio del conte Roberto Pullè e della nobildonna Giulia Labus: le ultime due generazioni della dinastia avevano vissuto a Cantello, ma la contessa Maria Luisa si era poi stabilita in via Sanvito, al civico 48. La donna viveva da sola e si era dedicata all'arte e alla cultura, con particolare attenzione alla divulgazione: per questo motivo sei anni fa aveva dato vita alla Fondazione Labus Pullè, con cui intendeva anche preservare la preziosa collezione di famiglia, tramandata di generazione in generazione, di testi giuridici e atti antichi. Un progetto che purtroppo è naufragato negli ultimi anni. Così come la serenità della contessa Pullè.
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