IL CASO
Orrore nel parco Ticino
Rifiuti di ogni genere accatastati nelle aree dove un tempo sorgevano discoteche

Potrebbe essere un luogo ameno: escursioni, momenti di relax, contatto con la natura. Sulla carta, è proprio quello che dovrebbe essere.
Invece, in pieno Parco del Ticino, a ridosso del fiume, a margine degli stessi sentieri indicati come percorsi naturalistici, si trova di tutto.
Il quadro che ne ha ricavato Francesco Gritta, giovane consigliere comunale di opposizione, amante della bicicletta quanto della natura, è desolante: «Immaginavo che la situazione non fosse positiva, ma ignoravo fosse così grave», afferma a conclusione di un paio di giri puntualmente documentati con tanto di fotografie. «Ho trovato tanta immondizia un po’ ovunque, ma concentrata particolarmente in alcune strutture abbandonate, di fatto diventate depositi di rifiuti ingombranti, dove è intuibile una totale mancanza di manutenzione e pulizia che si protrae da anni», continua il consigliere, che non ha mancato di segnalare le aree peggiori a chi di dovere.
In realtà, neppure a lui è chiaro a chi spetti la pulizia di queste aree né chi ne sia l’ente diretto responsabile: «Ovviamente, mi sono limitato ad ispezionare la riva lombarda dove però mi sono imbattuto in cartelli segnaletici e divieti posti dal comune piemontese di Galliate. Non saprei dire se siano rimasti tagliati fuori dal corso del fiume, che in effetti è mutato nel tempo».
In particolare, a entrambi i comuni di Turbigo e Galliate nonché al Parco del Ticino è stato segnalato il deposito più ingente di rifiuti: «Disterà cinque minuti a piedi dal parcheggio dell’area ex Vita Mayer, non lontano dal ponte di ferro e dalla sede dei canottieri di Galliate, che figura in un territorio impreciso tra Turbigo e Robecchetto. Provando ad indovinare, potrebbe essere stata una discoteca, da tempo abbandonata. Doveva essere molto bella, colorata com’è ancora di azzurro e bianco, con pareti, colonne e pavimenti a mosaico. Qualunque cosa sia stata, ora non è che un deposito di rifiuti di ogni genere, anche ingombranti».
Altre situazioni degne di nota riguardano l’area ex Vita Mayer, segnalata dal parco per il percorso naturalistico «attorno ad un ex lago di cava ora trasformato in un ambiente ospitale per uccelli acquatici quali aironi, germani e folaghe», e quella che senz’altro fu una discoteca, l’ex Lido: «Fece furore negli anni ‘70, finché non venne incendiata e abbandonata anche in conseguenza alla nascita del Parco che vieta simili insediamenti. Oggi appare chiusa ma viene evidentemente usata negli spazi esterni per bivacchi e abbandono di piccole quantità di rifiuti, preoccupanti in relazione alla vicinanza della colonia elioterapica, frequentata dai bambini in estate. A differenza della prima, queste due zone vengono periodicamente ripulite, ma servirebbe maggiore presidio in un territorio dalle grandissime potenzialità attrattive, che dovrebbe prendere d’esempio la vicina Via Gaggio per esprimersi al meglio e che invece, oltre ai rifiuti, offre spesso riparo al traffico di stupefacenti”.
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