LE INDAGINI
Uccisa a Gemonio, ipotesi gesto volontario
Carabinieri al lavoro per individuare l’automobilista

Una porzione di targa, colore e modello dell’auto, le testimonianze di un presunto litigio avvenuto prima dell’investimento. Questi gli indizi su cui stanno lavorando i carabinieri per ricostruire la morte di Giusy Caliandro, 41 anni, travolta e uccisa da una macchina sabato sera a Gemonio, a pochi passi da casa sua.
Inizialmente trattato come un caso di pirateria, la morte di Caliandro potrebbe invece essere stata conseguenza di un gesto volontario. È quanto ha affermato un presunto testimone oculare, un giovane che si trovava nella piazza del paese insieme ad alcuni amici, per ritirare una pizza da asporto. La Procura di Varese, che coordina le indagini, nel pomeriggio di oggi, lunedì 3 luglio, ha però diramato una nota con la quale non conferma e non diffonde alcun dettaglio «allo scopo di non compromettere le attività di ricerca del responsabile, che sono in corso», firmata dal procuratore Massimo Politi.
VICENDA DA CHIARIRE
Una vicenda ancora tutta da capire quella di Giuseppina Caliandro, “Giusy” per amici e parenti, donna tenace, solare, generosa, come emerge dalle decine di messaggi di affetto e cordoglio che da ieri affollano le bacheche dei social media. Giusy a Gemonio era arrivata nel 2019, per convivere con la fidanzata. Ferita a morte dopo essere stata scaraventata contro un muro da un’auto, la 41 enne ha lottato per la vita, ma purtroppo le lesioni erano troppo gravi. Quello che però sembrava essere un caso di pirateria con il passare delle ore sembra assumere una veste diversa.
LE TESTIMONIANZE
Almeno due persone, che erano sul posto, hanno affermato di aver assistito all’incidente che in realtà incidente non lo sarebbe affatto. Il ragazzo che era in compagnia di amici per ritirare la pizza da asporto ha raccontato agli inquirenti di aver visto un uomo e una donna (forse Giusy) litigare ferocemente vicino a un auto, poi di aver osservato lui salire a bordo della vettura, forse una berlina blu, ingranare la retro e poi partire a tutto gas travolgendo lei, come se il suo intento fosse proprio quello di investirla. Il secondo testimone è un altro automobilista, falciato dall’auto del fuggitivo che, dopo aver lasciato a terra inerme Caliandro, scappando ha impattato contro la sua macchina ed ha poi continuato a correre come nulla fosse. Molte le risposte da dare a quello che potrebbe diventare un caso di omicidio volontario. Se le testimonianze verranno valutate attendibili, gli inquirenti dovranno capire chi fosse l’uomo alla guida dell’auto, perché stava litigando con la 41enne e cosa lo abbia spinto a decidere di investirla e ucciderla.
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