DELITTO MALTESI
Uccise e fece a pezzi Carol: Fontana in carcere a Busto
L’assassino, reo confesso, trasferito da Brescia

Da ieri Davide Fontana è in carcere a Busto Arsizio. Il quarantatreenne è stato trasferito dal penitenziario di Brescia, in cui era rinchiuso dal 22 marzo per l’omicidio e lo smembramento del corpo di Carol Maltesi, attrice porno ventiseienne di cui si era invaghito. La traduzione dal Canton Monbello lascia intuire che il pubblico ministero Carlo Alberto Lafiandra sia giunto al termine degli accertamenti sulla morte della sestese uccisa a Rescaldina, fatta a pezzi e gettata dopo due mesi in un dirupo della Valcamonica. E che quindi si avvicini anche la data del processo in cui i familiari - assistiti dagli avvocati Manuela Scalia ed Ermanno Talamone - si costituiranno parte civile. Al momento Fontana è nella sezione dei transiti, nei prossimi giorni potrebbe essere spostato in isolamento per motivi di sicurezza.
DELITTO CASALINGO
Manager, ex fidanzato, amico e vicino di casa: questo era Fontana per Carol, conosciuta su Onlyfans con il nome d’arte Charlotte Angie. I due si erano conosciuti un anno prima attraverso i circuiti dell’hard amatoriale e avevano iniziato a collaborare. Fontana lasciò la moglie per lei e per starle accanto lasciò Milano e andò a vivere in via Melzi a Rescaldina, sullo stesso ballatoio in cui la ragazza di Sesto Calende era andata ad abitare. La relazione sentimentale non durò a lungo, ma l’intesa professionale era diventata sempre più salda e proficua. Il lockdown per Carol era stato un periodo aureo in termini di guadagni. Con quei soldi la ventiseienne voleva assicurare un futuro agiato al figlio, bimbo di sei anni residente con il padre in provincia di Verona.
A dicembre decise fosse il momento di avvicinarsi al bambino e comunicò il nuovo progetto di vita al bancario.
PAURA DELL’ABBANDONO
A detta dell’indagato quella sarebbe stata la molla del delitto: «Avevo paura dell’abbandono», disse durante l’interrogatorio successivo all’arresto.
La confessione fornita da Fontana - che è assistito dall’avvocato Stefano Paloschi - e i riscontri degli inquirenti permettono di ricostruire cosa accadde la mattina del 10 gennaio nell’appartamento di Carol. I due a quanto pare stavano girando un filmato che avrebbero poi messo in rete. Un video hard core, genere particolarmente violento. Carol sarebbe stata legata al palo della lap dance con un sacco in testa e Fontana avrebbe dovuto simulare un’aggressione a martellate. Squillò il cellulare della ventiseienne, era il padre di suo figlio che voleva parlare di alcuni dettagli del trasferimento a Verona. Il bancario la slegò e rimase ad ascoltare la conversazione, finita la quale avrebbe suggerito alla giovane di stendersi a terra, sempre con il sacco sulla testa e con i polsi stretti al palo. Lei si fidò. E lui la uccise barbaramente.
RICORDI INDISTINTI
«Non so cosa sia successo», disse agli inquirenti, di certo c’è che fracassò la testa della sestese con almeno tre martellate e poi la sgozzò con un coltello giapponese preso dalla cucina «per un atto di pietà perché stava soffrendo». Nei due giorni successivi Fontana segò ed eviscerò il cadavere in quindici pezzi con utensili acquistati al Brico, nel frattempo ordinò un congelatore a pozzetto su Amazon in cui surgelò i resti suddividendoli in vari sacchetti. A più riprese cercò di liberarsi in vari modi del cadavere smembrato, anche dandogli fuoco su un barbecue. Fontana a quanto pare avrebbe provato anche a rimuovere i tatuaggi della ventiseienne con una lama sottile, gettando i brandelli di pelle nel water della ragazza, ma si era rivelato un lavoro troppo complesso.
I RESTI GETTATI E RITROVATI
Il 20 marzo - dopo aver usato il cellulare della vittima, pagato le sue utenze e prelevato con le sue carte per allontanare il sospetto che fosse scomparsa - decise di riporre i pezzi in cinque sacchi neri della spazzatura e di partire con la 500 di Carol alla volta della Valcamonica per disfarsene. Un escursionista li trovò il giorno stesso, i carabinieri diffusero le foto di alcuni tatuaggi che caratterizzavano Carol, come quello maculato ispirato a Elettra Lamborghini. Fu un fan a riconoscerla proprio grazie a quel segno particolare.
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