IL DELITTO DELL’ESTATE
Uccise gioielliera: niente sconti
È definitiva la condanna per Alex Maggio, che nell’agosto 2013 massacrò Maria Angela Granomelli per pagarsi le vacanze. La Cassazione conferma i 30 anni

La Cassazione ha sancito l’epilogo di uno degli omicidi più cruenti e spietati degli ultimi anni, quello della gioielliera Maria Angela Granomelli: nei giorni scorsi la suprema corte ha rigettato i ricorsi proposti dalle parti, così per Alex Maggio la condanna a trent’anni è diventata definitiva. Niente ergastolo, quindi, per l’assassino della gioielliera sessantaduenne, barbaramente uccisa nel suo negozio il 3 agosto 2013. In primo grado il gup Alessandro Chionna aveva condannato il trentaseienne al fine pena mai, ma i giudici di appello avevano ridimensionato il verdetto abbassandolo a trent’anni. La ragione era pienamente tecnica: un’errata applicazione della recidiva. Maggio aveva infatti precedenti per uso illecito di carta di credito e per appropriazione indebita, ma a detta dei giudici di secondo grado tutto ciò non aveva nulla a che fare con il reato di omicidio. C’era poi la rideterminazione della pena, calcolata in due anni e due mesi. La pronuncia dei magistrati milanesi, che risale a un anno fa, lasciò atterriti sia i parenti di Maria Angela che la procura di Busto Arsizio. Ma a questo punto la vicenda giudiziaria è conclusa. Il delitto di corso Italia ebbe un’eco nazionale: Maggio era rimasto latitante fino al 28 agosto: il pubblico ministero Nadia Calcaterra e i carabinieri di Saronno gli dettero la caccia in tutta Italia. Le immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza del negozio erano state diffuse ovunque, il volto del trentaseienne e i suoi calzini con i sandali erano pubblicati su tutti i giornali. Agghiacciante il movente del delitto: l’uomo - che oltretutto è un ex carabiniere - aveva bisogno di soldi per andare in vacanza in Puglia, con la sua fidanzata. Così quel pomeriggio da Bollate - dove conviveva con la ragazza - si recò a Garbagnate in treno per noleggiare l’auto con cui partire per le ferie. Disse al titolare che sarebbe tornato più tardi a saldare, una volta prelevato il denaro. Andò quindi a Saronno e fece un giro per negozi, fino a fermarsi davanti al Dono di Tiffany. Entrò e chiese un consiglio per un regalo alla compagna e poi intavolò una conversazione con la commerciante che sembrava non finire mai. All’improvviso afferrò un cofanetto e colpì la sessantaduenne con forza inaudita, mettendola ko, dopodiché le spaccò addosso una sedia, infierì con calci e pugni e tentò pure di strangolarla. Dopo la furiosa aggressione l’uomo prese soldi e gioielli e tornò a Garbagnate, poi via, verso le spiagge del Salento.
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