IL CASO
«Uccisero e bruciarono un uomo per un video intimo»
La Polizia ha fermato tre persone accusate dell’omicidio di Hayati Aroyo, 62enne italo-turco trovato carbonizzato a luglio a Sesto San Giovanni. In due si trovano in carcere a Busto Arsizio

Si trovano in carcere a Busto Arsizio i due uomini – un italiano e un albanese, Emanuele Paganini e Elvis Simoni - fermati ieri mattina, sabato 20 settembre – insieme a una donna italiana, Valentina Peroni, moglie del primo, attualmente nella casa circondariale di Milano –, con l’accusa di omicidio aggravato, rapina aggravata, incendio e distruzione di cadavere per l’omicidio di Hayati Aroyo, 62enne italiano di origine turca, trovato carbonizzato, il 23 luglio scorso, in un appartamento a Sesto San Giovanni, nel Milanese. I tre attendono ora la convalida del fermo da parte del giudice per le indagini preliminari.
L’OPERAZIONE
La Polizia, coordinata dalla Procura di Monza, ha effettuato i fermi nella mattinata di oggi. Secondo gli accertamenti svolti dalla Sezione Omicidi della Squadra mobile della Questura di Milano, Aroyo era stato colpito da circa trenta fendenti, dopodiché i suoi aggressori avevano tentato di distruggere le prove dando fuoco al cadavere e all’appartamento. Gli investigatori della Mobile hanno ricostruito la storia della vittima e la sua rete di amicizie, e hanno individuato le tre persone che, per varie ragioni, avevano maturato un profondo astio nei confronti dell’uomo, fino a decidere di ucciderlo. Con l’analisi delle telecamere, dei tabulati telefonici e le attività di intercettazione, è stato poi possibile ricostruire gli spostamenti dei tre, individuando i vari ruoli nella notte dell’omicidio.
UN VIDEO HOT IL POSSIBILE MOVENTE
Il timore che la vittima diffondesse un video in cui la donna era ritratta in atteggiamenti intimi sarebbe stato il movente dell’omicidio. Questo hanno perlomeno raccontato i fermati anche se il video non è stato trovato. La donna, dopo aver preso un appuntamento, è entrata per prima in casa, secondo la ricostruzione degli agenti della Squadra mobile, e ha lasciato la porta aperta all’albanese che ha fatto irruzione nell’appartamento colpendo l’italo-turco con una trentina coltellate. Il marito della donna faceva da palo fuori della casa. Poi l’ha portato sul letto e cosparso di candeggina dando fuoco al corpo e all’appartamento. Il gruppo si era conosciuto su un gruppo di incontri.
L’OMICIDIO DEL COGNATO BOSS
Hayati Aroyo, 62 anni, era cognato del boss della mafia turca Huseyin Sarai, ucciso a Crotone il 31 gennaio 2005 proprio mentre la vittima di Sesto San Giovanni era al volante dell’auto, ma il suo omicidio non sarebbe connesso agli affari criminali della famiglia. Alla sua identificazione certa, per via dello stato del corpo, gli agenti della Mobile giunsero alcuni giorni dopo grazie alle impronte digitali e all’Autorità giudiziaria turca. L’italo-turco si trovava in un appartamento che gli era stato prestato da uno studente ventenne che per due mesi era andato in vacanza.
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