BRUXELLES
Ue, domani l'ottava audizione dell'Ungheria su stato di diritto

(ANSA) - BRUXELLES, 26 MAG - Al Consiglio Affari generali che
si terrà domani a Bruxelles, si svolgerà l'ottava audizione
dell'Ungheria nel quadro della procedura all'articolo 7 attivata
nei confronti di Budapest dal Parlamento europeo nel 2018 per
violazioni dello Stato di diritto. "L'obiettivo è quello di
fornire al Consiglio informazioni aggiornate e un quadro della
situazione in Ungheria" ha spiegato un alto funzionario Ue alla
vigilia dell'audizione. Si tratta di una procedura
standardizzata in cui l'Ungheria presenterà la situazione, la
Commissione interverrà e in seguito ci saranno i commenti dei
ministri Ue. "Non posso anticipare ciò che la Commissione
presenterà, ma - ha aggiunto - non mi sorprenderebbe se alcune
delegazioni sollevassero delle preoccupazioni; per quanto ne so,
non è ancora il momento di prendere decisioni".
Nelle ultime settimane è aumentata la pressione per fermare
la deriva autoritaria impressa da Viktor Orban all'Ungheria. Nel
mirino di Bruxelles, la messa al bando di fatto di eventi e
marce Lgbt come il Pride, un divieto che diversi parlamentari
europei sono pronti a sfidare partecipando al Budapest Pride in
programma il 28 giugno. Gli organizzatori, come confermato dalla
Commissione europea, hanno invitato diversi commissari, la
presidente Ursula von der Leyen in primis, ma da quanto risulta
a Euractiv, da palazzo Berlaymont sarebbe arrivata
un'indicazione a non prendervi parte. L'iniziativa, avanzata da
Ong ed europarlamentari, affinché la Commissione chieda misure
provvisorie alla Corte di Giustizia dell'Ue per permettere lo
svolgimento del Pride, sarebbe invece destinata a cadere nel
vuoto.
A preoccupare è anche il progetto di legge sulla
'trasparenza della vita pubblica' presentato nei giorni scorsi
al Parlamento ungherese con cui si chiede all'Ufficio per la
tutela della sovranità, già oggetto di procedura d'infrazione
Ue, di stilare una lista di ong che usano finanziamenti per
influenzare 'la vita pubblica' e di multare fino a 25 volte
l'ammontare ricevuto quelle che operano in assenza di
un'autorizzazione del governo. In questo caso, la Commissione ne
ha chiesto il ritiro. "Se adottata così com'è - ha spiegato un
portavoce dell'esecutivo Ue - costituirebbe una grave violazione
dei nostri principi". (ANSA).
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