IL GIALLO
Vanzaghello, torturato e ucciso
Trovato sulla Statale 336 il corpo di un giovane extracomunitario con segni di violenza, bruciature e gambe spezzate

Un regolamento di conti nell’ambiente dello spaccio nei boschi al confine tra la provincia di Milano e Varese potrebbe essere all’origine del brutale omicidio di un giovane nordafricano, ritrovato senza vita questa mattina con segni di tortura sul volto in una piazzola sulla Statale 336 che porta all’aeroporto di Malpensa, a Vanzaghello, in provincia di Milano.
A scoprire il corpo è stato all’alba di oggi, sabato 7 maggio, un camionista mentre stava percorrendo quel tratto di strada. Immediatamente ha telefonato al 112 per dare l’allarme. Sul posto sono intervenuti per primi gli agenti della Polizia Stradale di Magenta e i soccorritori del 118, ma per l’uomo non c’era più nulla da fare. Svestito, i pantaloni strappati, il volto tumefatto dalle botte tanto da essere quasi irriconoscibile e con segni di bruciature di sigarette, il giovane al momento è ancora sconosciuto. Con sè non aveva nè portafogli nè documenti, probabilmente fatti sparire da chi lo ha ridotto in questo modo.
Da un primo esame effettuato dal medico legale, poi avvalorato anche dagli accertamenti preliminari della scientifica della Questura di Varese, che dirige le indagini coordinate dalla Procura di Busto Arsizio, la vittima ha ricevuto diversi colpi al volto, tanto da riportare la frattura della mascella, e al corpo. Inoltre ha riportato fratture anche alle gambe. Per questo si pensa a un violento pestaggio, così come a un investimento, anche se per ora resta più credibile la prima ipotesi. A chiarire l’esatta dinamica della morte del giovane, sarà l’autopsia. Le impronte digitali potranno dare un immediato riscontro, se la vittima risulterà schedata per precedenti di Polizia o penali.
Un particolare inquietante resta quello dei segni di bruciatura di sigaretta rinvenuti sul suo viso, sui quali il Procuratore della Repubblica di Busto Arsizio Carlo Nocerino ha precisato che saranno svolti accertamenti, per confermare non si tratti invece di particolari cicatrici dovute a lesioni di dermatologiche. Se così non fosse, significherebbe che il giovane, quando era ancora vivo, è stato brutalizzato con una violenza inaudita, quella di chi non ha esitato a spegnergli addosso una sigaretta accesa. Aggredito probabilmente in un altro luogo, percosso da più persone quasi certamente, il giovane sarebbe stato poi trasferito già cadavere su un mezzo di trasporto e scaricato sulla piazzola di sosta della statale, durante la scorsa notte. Fondamentali per le indagini saranno le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona.
«NON ESCLUSO COLLEGAMENTO CON ALTRO DELITTO»
«Stiamo raccogliendo indizi per poi ragionare con calma su questo delitto - ha detto all’Ansa il Procuratore Nocerino - non è escluso che vi siano collegamenti con un altro delitto, quello del bosco del Rugareto dello scorso aprile». In quell’occasione un altro giovane straniero, magrebino di 24 anni, era stato ucciso con un colpo di pistola. La pista che gli inquirenti prediligono al momento è quindi quella della gestione dello spaccio di droga nei boschi che costeggiano il confine tra le province di Milano e Varese, dove gruppi di nordafricani si spartiscono il territorio per lo spaccio al dettaglio, prevalentemente di hashish, marijuana e cocaina. Forse le due vittime facevano parte di due fazioni rivali, in lotta per un fazzoletto di terra tra gli alberi, da usare come base per smerciare dosi. Nonostante le vaste zone disponibili per la vendita, i clienti che non mancano mai, ogni gruppo criminale opera per garantirsi l’egemonia sul territorio, il che scatena sempre più frequenti aggressioni violente. E sebbene servizi antidroga organizzati dalle forze dell’ordine, retate e arresti, sono continui, la piaga dello spaccio nei boschi non accenna a diminuire.
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