Varese 1910, prescritta l’evasione di Iva
Conclusa la vicenda relativa ai quasi cinque milioni non pagati tra il 2010 e il 2013

Quasi 5 milioni di euro di Iva evasa dal Varese 1910: scatta la prescrizione e gli ex vertici societari sono prosciolti. Il giudice Cristina Marzagalli ha messo la parola fine alla vicenda relativa ai mancati versamenti dell’imposta sul valore aggiunto da parte dell’Associazione Sportiva Varese 1910 Spa per il periodo 2010-2013. Reato tributario di cui erano chiamati a rispondere, per i primi due anni, l’ex presidente Antonio Rosati e l’allora amministratore delegato Vincenzo Eustachio Montemurro; e Nicola Laurenza, subentrato come numero uno dei biancorossi nel 2013, per le altre due annualità. Il processo è approdato a palazzo di giustizia solo ora, ma il magistrato ha preso atto, ancor prima di iniziare il dibattimento, che i reati erano ormai prescritti per tre capi di imputazione su quattro - per gli anni 2010 (840mila euro), 2011 (1.146.000) e 2012 (1.249.000) - e quindi ha dichiarato di non doversi procedere. Per il 2013 (oltre un milione e mezzo di euro), invece, Laurenza aveva già ricevuto un decreto penale di condanna (con pena sospesa) e quindi, in base al principio del ne bis in idem, è stato prosciolto.
Lo stesso Laurenza, peraltro, in una memoria difensiva depositata dai suoi avvocati Piero Magri e Cristiano Principe per chiedere al pm Luca Petrucci l’archiviazione del fascicolo (istanza respinta), aveva affermato di non aver «concorso alla situazione di grave crisi economica in cui il Varese già versava al momento del suo ingresso». Situazione che «gli era stata nascosta o quantomeno rappresentata in termini molto diversi da quelli reali». E quindi, pur avendo «posto in essere tutte le iniziative, anche quelle sfavorevoli per il suo patrimonio personale, per far fronte ai debiti compresi quelli erariali» di cui «non era mai stato messo a conoscenza da chi aveva fino a quel momento amministrato la società calcistica», si è «trovato nell’impossibilità di reperire le risorse finanziarie necessarie per il puntuale adempimento degli obblighi in questione». Laurenza ha sottolineato anche di «aver estinto i debiti erariali pregressi» a lui «non direttamente riconducibili» e di non essere poi riuscito - «per causa di forza maggiore» perché «derivante da fatti non imputabili» a lui - a far fronte alle annualità 2012 e 2013.
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