SANITÀ
300 medici di base in pensione
Entro la fine dell’anno rischio esodo di camici bianchi dagli ambulatori nel Varesotto

Meno di un anno fa il mancato turn over tra i medici veniva ricollegato soprattutto ai numeri risicati dei posti di specialità per i neolaureati. E uno dei primi professionisti in Italia a lanciare l’allarme pensione era stato Roberto Stella, il presidente dell’Ordine varesino morto a causa del coronavirus.
Oggi il tema dei medici che tolgono il camice bianco viene collegato alla pandemia. Questione importante che dà di certo una spallata all’ultimo numero che separa il professionista della salute dalla decisione finale. A monte, vi è però il fatto che molti medici si sono laureati parecchi anni fa e che hanno raggiunto i 40 anni di professione.
Al 31 dicembre 2020, i medici che compiranno 65 anni saranno 182, in provincia di Varese. Saranno invece 145 ad avere compiuto 68 anni. In teoria, tutti potrebbero decidere di andare in pensione. A 65 anni con 40 di contributi possono smettere di lavorare gli ospedalieri, a 68 i medici di famiglia (ma anche prima, volendo, dipende da vari fattori tra cui iscrizione e riscatti). Dunque, il Varesotto potrebbe accusare un duro colpo nel ricambio di chi ci curerà. L’età media dei medici è molto elevata: 51 anni. E nelle medicine di gruppo c’è sempre più spesso chi va in pensione e chi è vicino al farlo.
E poiché, come ricorda Aurelio Sessa, medico di medicina generale e presidente regionale della Simg (società scientifica dei medici di base), un gran numero si è laureato negli anni Ottanta, ha raggiunto i 40 anni di professione e può decidere di smettere di esercitare.
Il problema è che «per creare un medico ci vogliono molti anni e con il numero chiuso e le specialità con pochi posti il ricambio è tutt’altro che scontato o immediato. L’Italia avrebbe dovuto «mettersi in moto prima», per affrontare la questione.
Qualunque azione sembra essere tardiva. E mentre si cercano strade più rapide per fare diventare «operativi» i medici velocizzando il loro ingresso reale senza vincoli nell’ambito della sanità ospedaliera e territoriale (questione intricata e nazionale, con risvolti regionali), molti medici di lungo corso, soprattutto quelli che ancora vengono chiamati «di famiglia», decidono di andare in pensione. Lasciando vuoti che destabilizzano i pazienti. Soprattutto i più anziani che difficilmente accettano, come avviene spesso, che un gruppo di giovani medici apra uno studio, per esempio in centro città, «costringendo» a spostamenti i pazienti.
Il momento è grave non solo in provincia di Varese. A Bergamo, per esempio, al 31 luglio mancheranno 66 medici di base tanto che l’Ats locale incontrerà quelli prossimi al pensionamento per chiedere che posticipino l’uscita di qualche mese.
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