L’IMPEGNO
«Salveremo gli arredi Liberty»
Le suppellettili strappate al Grand Hotel Campo dei Fiori saranno restaurate ed esposte al Palace

Ripuliti, restaurati, catalogati e custoditi nelle sale del Palace Hotel, sulla sommità del colle Campigli.
Gli arredi liberty, “strappati” dalle pareti del grande albergo che domina il Campo dei Fiori, non resteranno accatastati ancora per molto tempo nel deposito dove sono stati scoperti dai carabinieri del Nucleo di tutela del patrimonio culturale e posti sotto sequestro su richiesta della Soprintendenza.
Le lampade in ferro battuto, le decorazioni, i vasi, i doccioni, i mobili e le inferriate “disegnate” dall’architetto Giuseppe Sommaruga saranno presto affidati in custodia agli attuali proprietari del Grand Hotel, in attesa di una decisione sul futuro della struttura turistica chiusa da decenni e trasformata in una base d’appoggio per decine di antenne e ripetitori.
Contatti per mettere a punto l’operazione sono in corso da giorni tra il soprintendente Luca Rinaldi e Andrea Buffarello, direttore generale di Ghp, la società creata dal gruppo Finalba per la gestione di resort esclusivi in alcune tra le più importanti città d’arte italiane.
Sia il Grand Hotel Campo dei Fiori, sia il Palace gravitano da tempo nella galassia di Finalba, che li ha acquistati dall’imprenditore Gianfranco Castiglioni.
Spiega Buffarello: «Siamo stati identificati come legittimi proprietari degli oggetti d’arredo che erano stati rimossi dall’albergo e che la soprintendenza ha ritenuto immobili, in quanto concepiti esclusivamente per quella sede».
«La nostra società - prosegue il manager - è disponibile a farsi carico dei costi del restauro e ha accettato la proposta di custodire gli arredi esponendoli nelle sale del Palace, in un contesto architettonico simile a quello originale, fino a una decisione definitiva della magistratura e, successivamente, fino a quando non si saranno ricreate le condizioni per riportarli a casa al Campo dei Fiori».
Nei prossimi giorni sarà compilato un elenco dettagliato del materiale sottratto a una possibile vendita sul mercato antiquario che avrebbe violato il vincolo con cui il Ministero dei beni culturali, già nel 2001, aveva deciso di proteggere il più noto edificio liberty di Varese.
«In alcuni casi - commenta Andrea Buffarello - si tratta di autentici pezzi da museo, penso ad esempio alla fioriera di terracotta che era posizionata nella hall del Grand Hotel e che, fortunatamente, non è andata distrutta nel trasferimento. Altrettanto pregiate sono le lampade e le grate originali che proteggevano il vano dell’ascensore».
Ancora da definire, invece, il destino dei mobili d’epoca che ornavano, tra le altre, la sala biliardo: arredi non ancorati alle pareti dell’albergo e sui quali dovranno ora pronunciarsi giudice e Soprintendenza.
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