SOS GIOVANI
Varese, baby svapatori: il fenomeno delle e-cig
Preoccupazione per le sigarette elettroniche sempre più diffuse tra i minorenni: boom di richieste di aiuto ai Serd

I baby svapatori non esistono solo nei racconti delle metropoli. Anche a Varese e nella sua provincia. Sono i minorenni, spesso ragazzini tra gli 11 e i 14 anni, che provano le ormai varie declinazioni delle sigarette elettroniche. Sottratte forse ai familiari, riescono ad accaparrarsi i liquidi (quando il modello lo consente) e a fumare pensando che in fondo non ci si faccia del male. Alcune telefonate di genitori preoccupati e che chiedono consiglio sono infatti arrivate anche al Serd.
«Il fenomeno è diffuso molto in Italia e soprattutto in Svizzera, dove il Dipartimento dell’Istruzione ha avviato una campagna per dissuadere dall’utilizzo delle sigarette elettroniche - spiega Claudio Tosetto, responsabile del Servizio Dipendenze dell’Asst Sette Laghi -. Il problema è che molti di questi prodotti sono accattivanti, si basano su liquidi di inalazione a vari gusti e con varie gradazioni di nicotina, non sempre dichiarata: un mix i cui effetti sono tutti ancora da valutare».
Per questo l’utilizzo delle sigarette non tradizionali viene considerato da ricercatori e medici ad alto rischio. «Soprattutto perché può creare dipendenza, anche semplicemente nel gesto del fumare». In realtà, sottolinea il dottor Tosetto, esistono ricerche condotte dalla Fondazione Veronesi che indicano quanto sia diffuso e pericoloso il rischio delle e-cig in particolare tra i giovanissimi. «Secondo i dati elaborati in un articolo della Fondazione Veronesi, in Italia l’utilizzo delle e-cig negli ultimi anni è raddoppiato e i giovanissimi che vengono in contatto con questi liquidi inalatori hanno molte più possibilità di diventare “veri” fumatori».
Dunque una abitudine non esclude l’altra, il problema della dipendenza da fumo raddoppia nei ragazzini. «Il fenomeno è ancora tutto da studiare e l’allerta è comunque alta anche tra operatori ed educatori». Ed è tra giovani e giovanissimi che è concentrata l’attenzione di medici, psicologici e operatori ospedalieri sul fronte delle dipendenze.
LE INTRAMONTABILI CANNE
Nell’ultimo anno sono circa 170 i ragazzini curati nel Centro dipendenze giovanili. Dove vengono affrontati tutti i tipi di dipendenze e dove quella da cannabinoidi, le “canne” da hascisc e marijuana, sono tra le principali cause di richiesta di aiuto. Inoltre, gli operatori collaborano con il tribunale dei Minorenni per gli adolescenti che sono “messi alla prova”: una quarantina i ragazzi con problematiche collegate alla giustizia che sono seguiti.
Nel bilancio dell’attività svolta in un anno dal Serd, si è registrato in generale un aumento del 10 per cento di utenti rispetto al 2019. I tossicodipendenti in cura, a prescindere dall’età, sono stati 1.500 in un anno. Nel solo mese di settembre si sono avuti in carico 922 utenti. Nell’arco dell’anno gli alcolisti seguiti nei centri Serd sono stati 350. Per quanto riguarda il gioco d’azzardo, a settembre erano 39 i pazienti e nell’arco del 2022 ne sono stati seguiti 150. Eroina, cocaina e cannabis sono le sostanze più utilizzate ma dilagano anche la ketamina e altre sostanze create in laboratorio.
LO SBALLO DEL SABATO SERA
Per arginare il fenomeno dello sballo del sabato sera e dei giovani, soprattutto, che arrivano in ospedale perché sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e spesso dopo incidenti stradali, nei prossimi mesi verrà potenziata la collaborazione tra Pronto soccorso e Dipartimento di Salute mentale dell’Asst Sette Laghi, di cui il Serd fa parte. Il progetto è in fase di stesura e sarà pronto per marzo.
Le sedi del Serd sono a Varese, dove si trova anche il Centro giovanile seppure in una sede staccata rispetto al centro per dipendenze degli adulti vero e proprio, ad Arcisate (dove in particolare si curano i tabagisti), a Cittiglio e a Tradate (gioco d’azzardo). Durante tutto il periodo della pandemia, il Serd non ha mai chiuso.
SENTIRE “IL DOC” VIA SOCIAL
Le modalità di interazione tra operatori e utenti si sono evolute e adeguate alla situazione collegata al Covid. Alcune di queste strategie si sono mantenute, perché più veloci e adeguate soprattutto ai giovani utenti. Se hanno dubbi o problemi, possono scrivere direttamente ai loro operatori via whatsapp e ottenere una risposta immediata. Modalità che non cancella l’incontro o il confronto online, ma che può essere utile per “fermare” i ragazzi che stanno per compiere qualche stupidata nell’assunzione di sostanze stupefacenti.
© Riproduzione Riservata