CARO-CARBURANTE
Benzina alle stelle. «Rischiamo di chiudere»
L’allarme dai distributori varesini. Sassi, Faib: «Il Governo congeli il prezzo». Gasolio oltre i 2 euro. Vendite diminuite del 20%

«Di questo passo rischiamo la chiusura». L’allarme, ieri, venerdì 17 giugno, è arrivato dai distributori di carburante dopo l’ennesimo rincaro che vede il prezzo medio nazionale della benzina in modalità self a 2,069 euro al litro (con i diversi marchi compresi tra 2,060 e 2,084 euro al litro) e servito a 2,195 al litro, mentre il gasolio è in self a 2,006 euro al litro di media e a 2,139 il servito.
Le quotazioni sono aggiornate da Quotidiano Energia sulla base delle comunicazioni dei gestori all’Osservaprezzi del Ministero dello Sviluppo economico.
L’ascesa insomma è continua, i prezzi sono alle stelle nonostante lo sconto sulle accise (30 centesimi al litro) concesso dal Governo e prorogato fino al 31 dicembre.
Massimo Sassi, presidente territoriale Faib Confesercenti Lombardia, allarga le braccia. «Sta succedendo - spiega Sassi, titolare di una stazione di servizio a Biumo Inferiore, Varese - che la guerra, l’estrazione diminuita e la riduzione delle scorte stanno influendo in modo negativo sui prezzi. Il prezzo al barile oscilla, il place continua ad aumentare tutti i giorni. Siamo nell’ordine dai 5 ai 10 centesimi di rincaro alla settimana». E i benzinai non ci stanno più dentro. «Il nostro margine è di 3,5 centesimi al litro ma con i costi generali in aumento il margine reale si è ridotto notevolmente - osserva Sassi -. Se va avanti così, entro fine anno si assisterà ad una raffica di chiusure degli impianti». Anche perché gli automobilisti hanno reagito al rincaro facendo meno rifornimento. «Certo, in questo mese di giugno, dove già si registrano meno vendite perché i consumi diminuiscono per effetto della chiusura delle scuole, stiamo rilevando un calo ulteriore del 20%. E questa situazione si ripercuoterà sulle ferie: ho clienti che mi hanno detto che faranno una sola settimana di vacanza, anziché due, proprio a causa del costo del carburante. C’è inoltre da tenere conto che il caro-carburante va a scaricarsi anche sui prezzi dei prodotti: è il contraccolpo sulla distribuzione. Ho una perplessità: non capisco perché gli autotrasportatori non siano ancora scesi in protesta... ». Fatta l’analisi, quali le soluzioni? «Che il Governo obblighi le compagnie petrolifere a fissare un tetto massimo o congelare i prezzi. Il Governo italiano si è mosso, certo, tagliando le accise ma non basta: oggi siamo messi peggio di prima. Un’altra soluzione potrebbe essere quella di ridurre l’Iva al 10%. Nonostante sia un bene di prima necessità, sul carburante grava infatti l’Iva al 22%». Sul discorso delle compagnie petrolifere c’era stata, tra l’altro, in passato un’inchiesta, partita proprio dalla magistratura varesina che aveva ipotizzato manovra speculative. Ma questa è un’altra storia.
In Svizzera non va meglio, anzi peggio. La benzina è a 2,100 euro al litro, il gasolio a 2,157 euro al litro. Magra consolazione che anche oltre frontiera, un tempo meta del pendolarismo del pieno, il carburante sia oggi un salasso.
© Riproduzione Riservata