SUL POSTO
Varese, caserma Garibaldi: cantiere infinito
A piedi attorno all’edificio: che cosa si vede e che cosa si immagina

A girare attorno all’isolato occupato dalla caserma Garibaldi, sembra che ogni lato dell’immenso immobile sia di un edificio diverso. Per chi abita o lavora in zona e a chi passa in auto in una delle aree più trafficate di Varese, la domanda “quando finirà” è inevitabile.
Abbiamo deciso di lasciare l’auto e di camminare attorno al complesso nel quale sorgerà il polo culturale di Varese. Abbiamo sbirciato all’interno, per vedere a che punto sono i lavori. Nessuna violazione, basta allungare lo sguardo oltre reti di cantiere, portoni aperti, muri perimetrali spesso abbattuti per consentire il viavai dei mezzi di cantiere.
TRACCE DEL PASSATO
Cominciamo da via Magenta. Qui la percezione è che i lavori siano conclusi o quasi, benché vi sia una doppia rete di cantiere che consente il passaggio dei pedoni. La facciata della caserma è stata verniciata, di quel giallo (apparentemente un po’ meno ocra di quello che ricordiamo) e soprattutto sopra l’ingresso principale - sopra il portone c’è una finestra, una grande monofora - è ricomparsa, in modo visibile, la scritta “caserma Garibaldi”. Ieri mattina c’erano gli opera che andavamo avanti e indietro sulle impalcature, ma l’intonaco dà l’impressione di opere quasi concluse.
Tutt’altro colpo d’occhio si ha se si guarda oltre la rete del cantiere e oltre il portone aperto. Qui è evidente che i lavori fervono in lontananza.
Il servizio completo sulla Prealpina in edicola oggi, giovedì 21 dicembre
© Riproduzione Riservata