CAMPO DEI FIORI
Cinghiali, ora è guerra
Emergenza da arginare: piano di attacco. Si va verso l’abbattimento anche all’interno del parco naturale

La presenza dei cinghiali nel territorio del Campo dei Fiori è ormai fuori controllo e l’ente regionale ha deciso di correre ai ripari elaborando, per la prima volta nella sua storia, un piano quinquennale di gestione e prelievo, approvato durante l’ultima assemblea.
Una situazione d’emergenza, quella attuale, che richiede provvedimenti d’emergenza, appunto, come l’abbattimento di questi animali anche nelle zone del parco naturale, quelle riserve che ricoprono un quinto di tutto il territorio del Campo dei Fiori e dove finora i cacciatori non sono mai potuti entrare. Le particolari attività, regolamentate e monitorate in ogni più piccolo aspetto, anche per ridurre al minimo l’impatto sulla natura, partiranno in primavera. E, se giungerà il via libera ufficiale di Ispra, cioè l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, si arriverà quest’anno all’abbattimento – nella sola zona del parco naturale - di un numero di cinghiali compreso tra i 75 e 100 su un totale di circa 250. Una stima, quest’ultima, fatta dagli esperti guidati dal faunista Andrea Pasetti grazie a un’attenta analisi sul territorio durata da luglio fino a metà dicembre su due binari paralleli: lo studio dei segni di presenza dei cinghiali, dagli escrementi al cosiddetto “routing”, cioè il grufolamento nel terreno; il posizionamento di 27 fototrappole, collocate in venti punti diversi nell’area del parco naturale, da Pian Valdès al Forte d’Orino, dal San Francesco fino al Monte Morto, sopra Gavirate.
«Sarà organizzato un gruppo di lavoro – spiega il presidente Giuseppe Barra – non soltanto interno al Parco, ma che coinvolgerà anche altre realtà, come ad esempio ambientalisti e cacciatori: la volontà è quella di decidere tutti insieme il modo migliore per intervenire».
L’obiettivo infatti è quello di contenere un fenomeno – documentato anche dai dati in crescita sull’attività venatoria - che porta gravi conseguenze su più fronti: dall’agricoltura alla sicurezza stradale, considerando i numerosi incidenti provocati proprio dagli ungulati, fino alla tutela del patrimonio naturalistico, dal momento che – ad esempio – l’incontrollata presenza di cinghiali sta portando alla distruzione dei prati magri.
«Il parco del Campo dei Fiori – prosegue Barra – è stato individuato da Regione Lombardia come area idonea alla presenza di questa specie: dunque non si tratta affatto di un’attività di eradicamento, bensì solo di gestione. La presenza incontrollata dei cinghiali rappresenta un problema a livello nazionale ed europeo: ai parchi viene quindi chiesto di fare la propria parte per il controllo e il contenimento. D’ora in avanti, ogni anno, si proseguirà con monitoraggio e definizione degli obiettivi».
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