L’INIZIATIVA
Varese, tagliare le bollette si può. Con le comunità energetiche
Il consigliere comunale: «A chi aderisce viene riconosciuta una riduzione dei costi in bolletta». Aperta richiesta di sportelli informativi

Si sente parlare molto di comunità energetiche ma poi, nel concreto, i cittadini non sanno bene di che cosa si tratta, come aderire, come trarne vantaggio. Prima di tutto, partecipare a una comunità energetica da fonti rinnovabili significa risparmiare sulla bolletta. Ma come, quanto e con quale impegno economico prima, è una cosa alla portata di pochi.
LA COMUNITÀ ENERGETICA
In termini assolutamente semplici, aderire a una comunità energetica da fonti rinnovabili significa, per esempio, installare pannelli solari sul proprio tetto e rendere disponibile ad altri parte dell’energia che si produce. Pannelli fotovoltaici che consentono di coprire la produzione di energia e di riscaldamento per la propria casa e per il proprio condominio. E fin qui, nulla di nuovo. La grande novità consiste nel fatto che si può condividere la produzione di energia che non viene solo autoconsumata dal cittadino che ha installato l’impianto. Metterla in circolo consente un bel risparmio sulla bolletta. «A chi aderisce alle comunità energetiche rinnovabili viene riconosciuto un beneficio diretto in termini di riduzione dei costi in bolletta di alcune tariffe derivanti dal minor utilizzo del sistema elettrico, che è stato quantificato dall’Arera il 10 euro MWh, oltre a una diminuzione del costo attribuito al consumo dell’energia, poiché viene autoprodotta e autoconsumata», spiega Luca Paris, consigliere comunale a Varese del gruppo misto ed esponente del Movimento 5 Stelle.
LA PROPOSTA
È di Paris la proposta di aprire in città uno sportello comunale o un centro informazioni dove chiunque possa ricevere tutte le informazioni necessarie a promuovere le comunità energetiche. Una proposta che sarà declinata in tutti i comuni della provincia dove ci sono esponenti dei 5 Stelle. A Varese, per esempio, viene chiesto di individuare altre aree o edifici di proprietà comunale in aggiunta a quella della scuola Garibaldi in via Mercantini. I pannelli fotovoltaici in questo caso sono stati già installati sul tetto della scuola di San Carlo e c’è molto interesse attorno alla proposta di comunità energetica che potrebbe coinvolgere fino a una cinquantina di famiglie. Un primo passo verso «una vera e propria rivoluzione verso l’energia sostenibile, possibile grazie all’impegno di tutti i cittadini, certo devono sapere dove e come muoversi», sottolinea Paris. Da qui la richiesta (che verrà discussa nel prossimo consiglio comunale nel capoluogo, il 30 marzo) di rendere davvero concreta l’opportunità di informarsi sulla questione. Oltre che di attivarsi - e qui l’invito è rivolto al sindaco e alla giunta, invito che verrà appunto replicato a livello provinciale - «nei riguardi del ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Pichetto Fratin «per la pubblicazione urgente del decreto ministeriale che preveda fra l’altro la possibilità di cumulare la detrazione fiscale e la tariffa incentivante e per l’attuazione, da parte di Arera delle modalità per lo scorporo dell’energia condivisa in bolletta».
GLI EFFETTI POSITIVI
La promozione delle comunità energetiche, oltre al risparmio del singolo hanno effetti positivi perché vanno nella direzione di «una crescita economica sostenibile e sociale» ed effetti positivi sull’abbattimento delle emissioni inquinanti. Inoltre possono contrastare il problema della povertà energetica. Essere “poveri energetici” o rischiare di diventarlo significa avere forti difficoltà ad acquistare servizi minimi come elettricità e acqua calda e a riscaldare o rendere più fresca la propria abitazione. In Italia, secondo una indagine di Spi-Cgil e della fondazione Di Vittorio, gli italiani “poveri energetici” sono circa 9 milioni, quindi circa il 15 per cento del totale. Quasi in un caso su due, anziani.
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