OPERAZIONE MAGHREB
Dal bosco al carcere
Spaccio, pene per 40 anni di reclusione. Quattro stranieri saranno espulsi a fine pena
Quarant’anni di carcere e decine di migliaia di euro di multa per lo spaccio di droga nei boschi del’Alto Varesotto. E una volta scontata la pena, quattro immigrati saranno espulsi dall’Italia.
Si è concluso con otto patteggiamenti, sei condanne con rito abbreviato e sei rinvii a giudizio il primo atto del processo per l’operazione Maghreb, l’indagine dei carabinieri di Luino che, lo scorso febbraio, coinvolse venti persone, tra italiani e nordafricani, 14 delle quali finirono in carcere (alcune lo sono ancora oggi, altre sono ai domiciliari, tre continuano a essere latitanti).
Un giro di stupefacenti gestito soprattutto da gruppi di spacciatori nordafricani (sette marocchini e un egiziano) che si avvalevano però anche di italiani, spesso clienti che per assicurarsi una dose facevano da tassisti per i capi. Per tutti l’accusa era di detenzione di droga (dalla marijuana all’hashish, ma anche cocaina ed eroina) a fini di spaccio. E sono proprio i “sottomessi”, cioè i tossicodipendenti utilizzati per portare viveri o fare consegne nei boschi, ad essersela cavata con le pene più basse.
Mano pesante, invece, del gup Giuseppe Fertitta al termine dell’udienza preliminare di ieri in Tribunale a Varese, per gli stranieri che controllavano il traffico di sostanze proibite. Un’udienza in camera di consiglio in cui otto imputati - un marocchino, un egiziano e sei italiani - hanno concordato il patteggiamento con il pubblico ministero Flavio Ricci. Le pene vanno da un minimo di un anno e dieci mesi a un massimo di 4 anni e 8 mesi, oltre a multe tra ottomila e trentamila euro. Per i due immigrati, inoltre, il giudice ha disposto l’espulsione a pena espiata.
Stesso trattamento per due degli altri sei imputati che hanno scelto il giudizio abbreviato. Per loro condanne da un minimo di due anni e due mesi a un massimo di quattro anni e nove mesi. E tutti gli altri che non hanno optato per riti alternativi (tre sono tuttora irreperibili) sono stati rinviati a giudizio. Nessun proscioglimento. Per loro il dibattimento, davanti al collegio, inizierà il prossimo 8 maggio.
Nel blitz di undici mesi fa vennero impegnati oltre cento carabinieri, che smantellarono le “tende dello spaccio” tra Val Marchirolo, Valganna e Valcuvia, sequestrando sette chili di droga e identificando oltre 200 clienti degli spacciatori.
© Riproduzione Riservata