LAV
Gatti in dono, boom di richieste
L’allarme dell’associazione: «Non sono pacchetti da regalare a Natale»

«Buongiorno, a Natale vorremmo regalare un gatto a degli amici, quando potete portarcelo?».
Suonano più o meno così le decine di telefonate che, in questi giorni, sta ricevendo Alessandra Premoli del direttivo Lav (Lega anti vivisezione) Varese-Busto Arsizio. E con lei altri volontari.
La “caccia” al regalo, infatti, quest’anno non sta risparmiando nemmeno i felini. Il problema? Chiaramente i gatti non sono “pacchi regalo” da infiocchettare, magari con un nastrino e da lasciare idealmente sotto l’albero. Ma l’adozione è una situazione sensibile e che va valutata caso per caso. Insomma, il contrario di quanto avviene con un regalo dove, talvolta, può capitare che il dono non sia per niente gradito.
Il problema? Dovrebbe essere ovvio ma evidentemente così non è: se vengono regalate un paio di calze con le renne, queste si posso “riciclare” senza particolari problemi, mentre un micio, ovviamente, no. Di conseguenza, quando ricevono queste telefonate, ai volontari della Lav cadono le braccia: «Durante l’anno – racconta Premoli – ci arrivano richieste di adozioni consapevoli, che poi noi seguiamo passo passo con personale esperto che conosce il gatto, valuta la famiglia adottante e opera il pre-affido, monitorando l’adattamento. In questo periodo, invece, si interfacciano con noi persone che vogliono regalare un gatto, magari facendocelo portare alla vigilia di Natale. Per noi è una situazione potenzialmente a rischio e triste, perché questi animali non sono pacchi ma nella nostra società dovrebbe essere ormai sdoganato il fatto che siano essere senzienti, con diritti e, quindi, essere salvaguardati».
L’adozione è di per sé un’operazione che non si può sbrigare come quando ci si reca in un negozio a comprare un profumo o un maglione. «Nelle adozioni – aggiunge Premoli – siamo noi a portare il gatto a casa di chi lo vuole accogliere. E, a seguito di questo incontro, è capitato che il passaggio non andasse a buon fine. Per esempio, due situazioni che non vanno bene sono le seguenti: chi vive a ridosso di una strada trafficata e ha un giardino in cui lasciar girare il felino. Oppure, nel caso di un gatto timoroso, che andrebbe a vivere in un ambiente troppo attivo per lui, con tanti bambini giocherelloni».
Insomma, serve sempre un minimo di valutazione. Il rischio aumenta se l’adozione viene effettuata in modo sbrigativo come, appunto, per regalo natalizio. «Se qualcosa va storto – conclude Premoli – nella migliore ipotesi il gatto torna al mittente. E, a quel punto, su quest’ultimo non lo vuole più, viene regalato all’amico dell’amico, oppure viene lasciato in strada perché si pensa che il gatto possa arrangiarsi». E si scatena così l’odioso fenomeno dell’abbandono.
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